Breve corso pratico di Genealogia

Genealogia: Iniziamo la ricerca

Incominciamo intanto a decidere se effettuare la nostra ricerca  solo dei nostri ascendenti paterni, cosiddetta “in linea retta“, quella per intenderci che ci porterà di figlio in padre via via spingendoci nel passato, oppure quella “per quarti”, che prende in considerazione i quattro nonni (e bisnonni, trisnonni, etc.), o quella cosiddetta “allargata”, che prende in considerazione anche i fratelli e le sorelle.

Quest’ultima scelta è molto difficile, e dispendiosa di tempo e di mezzi, ma è quella più affascinante a mio modesto parere e può portarci a scovare discendenti di nostri prozii con abbiamo molto dna in comune. 

Dopo aver preso questa decisione preliminare, iniziamo a consultare i documenti che abbiamo in famiglia, le fotografie, i ricordi, pagelle di scuola, documenti militari, lettere, partecipazioni di nascite, matrimoni, morte di qualche parente e cominciamo ad incasellarli nel nostro foglio di di carta o , meglio, nel software di genealogia che abbiamo scaricato dalla rete.

Approfittiamo della memoria di qualche anziano congiunto ancora in vita, ne ricaveremo preziose notizie.

Facciamo o facciamo fare delle copie di documenti, foto, etc. che potremmo trovare da qualche nostro parente (vedi sopra ).

Finita questa fase, ci dovremo rivolgere agli archivi dello Stato Civile , da non confondere con l’Anagrafe che invece registra la popolazione del Comune sia come singoli che come componenti una famiglia e le variazioni che nel tempo si possono verificare (nascite, morti, immigrati, emigrati) sul territorio, aggiornate con i Censimenti decennali .

 Gli archivi dello stato civile sono indicizzati (a periodi di 10 anni) e, partendo ad esempio dall’atto di morte  del congiunto, potremo desumerne anche la nascita, il nome dei genitori,  il matrimonio.

Avendo questi dati potremo chiedere successivamente l’atto di nascita e l’eventuale matrimonio.

Solitamente sull’atto di nascita , nelle annotazioni in calce al documento troveremo la data di morte e il matrimonio (ma non sempre).

Andando in quest’ordine potremo risalire ai nostri bisnonni e così via se non abbiamo altri dati a disposizione.

Gli Archivi dello Stato Civile sono stati costituiti in Italia nel 1865, dopo l’unificazione del Regno (1861)  , pertanto le registrazioni partono a decorrere dal 1° gennaio 1866 nella quasi totalità del Regioni con alcune eccezioni.

Questi registri sono custoditi presso i vari  Comuni italiani. Prima di questa data possiamo trovare lo Stato Civile Napoleonico introdotto in Italia dal 1806 fino al 1815 nelle regioni annesse allo Stato Francese e nel Regno di Napoli (1809).

Questi registri redatti in duplice copia (una presso il Comune e l’altra presso il Tribunale) si trovano nei Comuni stessi , mentre la copia dei Tribunali si trova negli Archivi di Stato delle relative Province.

A partire dal 1815, con il ritorno delle Monarchie vengono abrogate le Leggi Napoleoniche ma in alcuni casi, in alcune Regioni (principalmente nel Regno di Napoli e nel Modenese viene introdotto il cosiddetto Stato Civile della Restaurazione che copre gli  anni dal 1815 fino al 1865.

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Tornando ai Registri dello Stato Civile del Comune bisogna dire che gli atti dello stato civile (nascita, morte, matrimonio, cittadinanza, pubblicazioni matrimoniali) sono pubblici (art. 450 C.C.), ma non consultabili direttamente dal pubblico. Pertanto potremo  richiedere una copia (estratto per riassunto o integrale) degli Atti riguardanti i nostri congiunti, registrati a partire dal 1 gennaio 1866.

Genealogia: ma non si può dire

La copia integrale può essere chiesta solo dall’intestatario dell’atto, o con richiesta motivata comprovante l’interesse del richiedente a tutela di una situazione giuridicamente rilevante ed infine se sono trascorsi almeno 70 anni dalla formazione dell’atto (vedi DL 196/2003 art. 177 comma 3, comunemente conosciuta come “Legge sulla Privacy”). A questo proposito sarà opportuno se si dovesse richiedere una copia dell’atto, di specificare in carta semplice e per uso storico (non per genealogia) altrimenti dovrete pagare l’imposta di bollo.

Partiamo dalla morte dei nonni: se necessario può essere utile visitare il Cimitero in cui sono sepolti e ricavare le date dalle lapidi. I Cimiteri possono alle volte essere fonte di notizie utili per la ricerca genealogica. I Cimiteri furono istituiti in Italia da Napoleone con l’Editto di Saint Cloud del 1804. Prima di questa data i defunti venivano sepolti di solito in fosse comuni lontane dal territorio cittadino, mentre  in caso di celebrità , queste venivano sepolte sotto il pavimento della Chiesa o comunque sottoterra nei pressi della stessa.

A questo punto chiediamo al Comune di fornirci in carta semplice e per ricerca storica ( mi raccomando: non per Genealogia) un Estratto per riassunto dai Registri degli Atti di Morte.

Sul documento dattiloscritto troviamo l’anno, la parte, la serie e il numero dell’Atto, la data della morte del soggetto, il luogo del decesso con l’indicazione del nome dei genitori (se lo richiediamo), la professione , l’età,  lo stato civile al momento della morte, il nome della moglie (anche se premorta).

Se desideriamo l’atto integrale (con le limitazioni segnalate), in pratica avremo in mano una fotocopia della pagina originale del Registro.

In seguito provvederemo a richiede l’Atto di matrimonio e l’Atto di nascita.

Nell’estratto per riassunto dai Registri degli atti di Matrimonio troveremo l’anno, la parte,  la serie, il numero dell’Atto, la data di celebrazione, i nomi degli sposi, il nome dei genitori, l’età degli sposi, eventuali annotazioni.

Nell’estratto per riassunto dell’Atto di Nascita, troveremo oltre all’anno, la parte, la serie e il numero, la data di nascita , il luogo di nascita, il sesso , il cognome e nome dei genitori (nostri bisnonni), la loro età, e le annotazioni marginali (potremmo trovare il matrimonio e il decesso)la .

A questo punto possiamo proseguire con la richiesta degli Atti di nascita dei bisnonni (dove nelle annotazioni potremo trovare le date di morte).

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Ora rifacciamo la stessa trafila per conoscere i nostri trisnonni e così via. Quando arriveremo (con le ricerche) al fatidico 1866, avremo comunque le date per procedere oltre indietro nel tempo.

Se la nostra città fa parte di quelle che hanno “goduto” delle leggi della Controriforma e prima ancora delle Leggi Napoleoniche, potremo chiedere ancora i documenti che ci interessano al nostro Comune.

Altrimenti ricorreremo all’Archivio di Stato della provincia di appartenenza del Comune che ci interessa.

Sono ricerche lunghe in quanto di solito sono registri non sono indicizzati e bisogna leggere pagina per pagina.

Alcune annate potrebbero mancare del tutto. Consiglio di cercare il sito web del nostro Archivio di Stato per conoscere gli orari di consultazione, i giorni, le modalità del prelievo dei registri.

E’ consentito portare il laptop, facendo una domandina e pagando una cifra simbolica potremo scattare un certo numero di foto con la macchinetta digitale, oppure chiedere che ci facciano delle fotocopie.

Possiamo chiedere assistenza al personale di solito molto collaborativo. Alcuni Archivi di Stato provinciali stanno meritoriamente mettendo in rete elenchi di fondi in loro possesso, iniziative varie.

E’ possibile anche chiedere copie di documenti dello Stato Civile (sempre riferentesi alle date coperte dai Registri in loro possesso) per email e dovremmo avere una risposta entro 30 giorni.

Genealogia presso i Mormoni

In molti casi fortunati una valida alternativa al Comune è quella di rivolgersi ai microfilm custoditi dalla Chiesa dei Mormoni che stanno microfilmando le copie dei registri di Stato Civile versate ai Tribunali che coprono solitamente le date  dal 1866 al 1910, (per alcuni Comuni, le registrazioni partono dal 1809/1810) e, in alcuni casi anche registri parrocchiali (ad es. Provincia di Trento).

Controllate se esiste nella vostra città una sede dei Mormoni (www.familysearch.org), e in caso positivo, nei giorni di apertura ci si reca al Family Center (Centro Genealogico) e si verifica se esistano microfilm del Comune che ci interessa.

 A questo punto si può noleggiare una copia (a un prezzo simbolico, €5,00  se non ricordo male) della bobina che ci interessa (nascite, matrimonio, morti) e, dopo qualche tempo (verremo avvertiti) troveremo una copia del microfilm richiesto e usufruendo di un lettore di microfilm nella stanza di consultazione, potremo visionare con calma le bobine contenenti i registri anagrafici.

  Una volta trovati gli atti che ci interessano, copieremo sul nostro blocco notes o sul laptop i dati contenuti e se  ci dovesse interessare anche averne una riproduzione, ci annotiamo la pagina ,il settore dove si trova l’atto (destra o sinistra) il numero dell’atto, il nome dell’individuo e riempiamo un modulo apposito che consegneremo all’addetto e dopo qualche tempo (le copie da microfilm si fanno solo a Milano) ci arriveranno presso il Centro.

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I microfilm resteranno a nostra disposizione per qualche mese con possibilità (ripagando il noleggio) di estendere il periodo a nostra disposizione per le ricerche.

Può essere utile anche frequentare siti di Genealogia, tipo www.ancestry.it dove ,oltre a trovare utili consigli per iniziare la ricerca, esistono alcuni documenti messi a disposizione online e, se siamo fortunati in quanto si riferiscano alla zona della nostra ricerca , possiamo approfittarne.

In questi siti ci sono anche dei forum con la partecipazioni di altri appassionati di Genealogia con cui magari scambiare esperienze.

Esaurite queste ricerche e volendo andare più indietro nel tempo ci rimangono gli Archivi Parrocchiali che, al netto di incendi, terremoti, alluvioni, furti, guerre, potrebbero risalire a subito dopo il Concilio di Trento (1563) che impose ai parroci l’obbligo di tenere i registri canonici (battesimi, matrimoni, morte, stato delle anime). In alcune parrocchie si trovano registri anche a partire dalla seconda metà del 1400.

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Frontespizio di un Libro dei Matrimoni del 1752

Ogni Parrocchia ha i propri archivi e non è sempre agevole trovare  quella che custodisce i libri relativi al nostro antenato in quanto nella località dove visse, potrebbe esserci più di una Parrocchia. Un individuo potrebbe essere stato battezzato in una Parrocchia, sposato in un’altra (quella della sposa), e i funerali essersi svolti in un’altra Parrocchia ancora perché magari trasferitosi in un altro quartiere della città o un paese vicino.

In alcune località, i registri più antichi sono custoditi nella Curia Vescovile di pertinenza.

Questi registri, i più antichi dei quali sono di difficilissima lettura e non solo per lo stato di conservazione ma anche per le numerose abbreviazioni vernacolari (altri successivi per fortuna sono in latino ma pur sempre difficili da tradurre al netto della calligrafia del Parroco di turno, l’inchiostro dello scritto sbiadito o, peggio penetrato nel foglio così da rendere quasi illeggibile la registrazione sul retro della pagina), non sono di norma consultabili ma il tutto dipende dalla disponibilità del Parroco e converrebbe procurarsi una lettera di presentazione dalla curia vescovile.

Sono archivi preziosi e le cautele dei Parroci sono doverose.

Sono esemplari unici e magari mal ridotti e una consultazione poco accorta potrebbe danneggiarli irrimediabilmente e così privare che verrà dopo di noi di memorie irripetibili.

La reminiscenza scolastica del Latino (per chi ha fatto studi classici) e un Dizionario di Latino aiutano molto, altrimenti conviene fare (con il permesso del Parroco) una foto (senza flash) del documento e provare a tradurlo una volta a casa, con calma, o sottoporlo all’esame di  qualche persona esperta di Genealogia , al Professore di Lettere del Liceo Classico di vostro figlio/a, a un Sacerdote, etc.

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