Emigrazione italiana nelle Americhe nell’800

Emigrazione italiana nelle Americhe nell’800

. Nella seconda metà dell’800 e primi del ‘900 si sviluppò un intenso fenomeno di emigrazione dall’Italia verso le Americhe.

Questo fenomeno di enormi dimensioni finì per quasi spopolare le nostre campagne.

Le mete di destinazione principali furono gli USA, il Brasile, Argentina e Uruguay.

Emigrazione in Nord America

USA

Emigrazione in USA

Emigrazione in USA

A quell’epoca ancora non esisteva un servizio regolare di navigazione di linea tra l’Italia e le Americhe, ma alcune Compagnie di Navigazione, per lo più di Glasgow (Inghilterra)  , come la Cunard , la Anchor Line (Compagnia proprietaria della  S.S. Tyrian, la nave usata da John Martin) ed altre, fin dal 1867 mandavano sporadicamente le loro navi nei porti del Mediterraneo, per raccogliere gli emigranti, che poi riportavano a Glasgow, dove avveniva il trasbordo per New York. Visto il successo ottenuto, a partire dal 1869 queste Compagnie iniziarono regolari viaggi dai porti del Mediterraneo direttamente per New York.

Navi dell'Emigrazione

Manifesto pubblicitario della Cunard

A titolo di curiosità, il primo servizio di linea per l’America del Nord ad opera degli Italiani con la Compagnia Florio, iniziò solamente nel 1879.

Queste Compagnie si appoggiavano ad alcuni agenti che battevano i paesi dell’entroterra  contadino, dove più acuti erano la miseria e il disagio per il dilagare del brigantaggio e gli effetti della feroce repressione piemontese che agiva in base alla famigerata Legge Pica del 5 agosto 1863, legge per la repressione del Brigantaggio che doveva durare pochi mesi ma, visto il successo, alla sua scadenza, fu sostituita da altre leggi fotocopia. In questa complessa situazione, questi agenti non avevano eccessive difficoltà a trovare numerosi clienti Legge Pica-Peruzzi - Per la repressione del brigantaggiodesiderosi d’imbarcarsi in questa avventura che appariva loro come unica via d’uscita per sopravvivere alla miseria. Così si spiega anche perché sulla stessa nave s’imbarcavano numerosi individui provenienti dallo stesso paese.

Agli inizi del secolo novecento, con navi via via sempre più veloci, il viaggio da Napoli a New York ci impiegava circa 12 giorni.

Gli emigranti per gli USA, dopo  un accurato controllo delle loro condizioni sanitarie ( in caso di malattie acclarate, venivano respinti), erano accolti e smistati Castle Garden, questo solo fino al 1892 ,

Ancestry: New York Passenger Lists 1850-1891

Ancestry: New York, Passenger Lists 1850-1891

quando successivamente entrò in funzione il complesso di Ellis Island sull’omonima isola, dotato anche di un Ospedale, che funzionò fino al 1954.

LEGGI anche:  John Martin,an Italian with Custer at the Little Big Horn,1876-1976

Il fenomeno dell’emigrazione per le Americhe che, negli anni dal 1875 fino agli inizi del XX  secolo , trova la sua massima espressione, spopolò quasi letteralmente vaste zone dell’Italia e la Campania fu una delle regioni che dette il maggior contributo al fenomeno.

Ci furono anche emigrazioni per gli USA anche se con piccoli numeri, nella prima metà dell’ottocento e agli inizi della seconda metà.

Un esempio noto e alquanto inusuale è quello di Suor Blandina, emigrata in tenera età con la famiglia nel 1854.

Da iniziali enormi difficoltà per essere accolti nella nuova Patria, piano piano i nuovi migranti riuscirono, anche se con enormi fatiche a inserirsi, a partecipare e prosperare nella nuova Società.

Oggi, le terze e quarte generazioni di Italo Americani ostentano con orgoglio le proprie radici.

Canada

Una quota minoritaria di emigranti italiani alla fine del 1800  si indirizzò anche verso il Canada dove principalmente andavano a lavorare nella costruzione delle ferrovie.

Emigrazione in America del Sud

Una parte consistente di emigranti italiani si diresse verso il Brasile e l’Argentina e Uruguay. L’emigrazione verso queste zone venne, agli inizi, prevalentemente dalle zone del Nord-Est dell’Italia contadina e poi successivamente, a fine ‘800, fino a circa al 1925 anche e soprattutto dal sud dell’Italia.

Brasile

Con l’abolizione della schiavitù in Brasile nel 1888, veniva a mancare quell’abbondante manodopera a basso costo che serviva a coltivare le vastissime estensioni terriere adatte alla coltivazione dello zucchero e del caffè. Lo Stato centrale fu costretto a favorire l’immigrazione accollandosi le spese del viaggio ed anche promettendo terre in proprietà con un comodo pagamento rateale per favorire la nascita di un’agricoltura in terre fino allora deserte.

Questa manodopera europea, incentivata in questi modi, veniva poi di fatto a sostituire la precedente manodopera schiava con un trattamento quasi analogo, generando gravi abusi, questo almeno fino all’emanazione da parte del Governo Italiano del Decreto Prinetti del 1902 che proibiva questo tipo di emigrazione incentivata.

Hospedaria de Imigrantes

Hospedaria de Imigrantes di San Paolo del Brasile

Una parte consistente degli emigranti in Brasile si stabilì nella ricca zona di San Paulo per andare a lavorare soprattutto nelle piantagioni  di caffè. L’emigrazione italiana a fine secolo, nel complesso, rappresentò percentualmente la parte maggioritaria rispetto al resto dell’emigrazione europea.

LEGGI anche:  Nascita di John Martin

L’andamento dell’emigrazione in Brasile ebbe un carattere discontinuo,  privilegiando le zone del sud del Paese per poi alla fine abbandonare le zone agricole e insediarsi  in città, in particolare a San Paulo dove la popolazione italiana arrivò ad essere quasi maggioritaria rispetto al totale della popolazione.

Argentina

L’emigrazione in Argentina presentò più o meno le stesse caratteristiche del Brasile. Avendo infatti il Paese bisogno di un’agricoltura che producesse le derrate alimentari necessarie al fabbisogno interno, il Governo dell’epoca varò una serie di provvedimenti atti a favorire l’immigrazione dall’Europa.

Con una Legge n. 817  del 19 Ottobre 1876,chiamata anche Ley Avellaneda dal nome del Capo dello stato dell’epoca, dalle vedute aperte, che l’aveva fortemente voluta, si regolamentava l’emigrazione e la ripopolazione delle terre destinate alla colonizzazione.

In particolare si deliberava di concedere all’emigrante uno sconto pari al 40% sul biglietto del viaggio e vitto e alloggio gratis per 5 giorni dopo il loro sbarco nel Porto di Buenos Aires.

I lavoratori con un contratto per le Colonie, sarebbero stati alloggiati con le famiglie per tutti i giorni necessari (oltre ai 5 iniziali uguali per tutti) all’inoltro verso la zona di destinazione, con le spese di trasporto interamente pagate.

I Coloni avrebbero avuto assegnato gratis in piena proprietà 50 ettari di terreno fertile nelle Provincie di Santa Fè e di Entre-Rios, oppure 100 ettari nella Provincia di Chaco sulla sponda del fiume Paranà, a condizione che le terre fossero occupate, e i Coloni avessero provveduto a proprie spese alla costruzione di un’abitazione e all’acquisto dei mezzi, bestiame, etc., per la coltivazione della terra loro assegnata.

Si deve anche dire che non tutti gli assegnatari poterono perfezionare l’acquisto della loro terra per molti motivi tra cui la non effettiva presa di possesso del terreno o gli elevati debiti contratti per l’acquisto delle attrezzature, le sementi, gli animali che li avevano costretti a cedere l’effettiva proprietà ai terzi finanziatori.

LEGGI anche:  Non solo Sciamani: Italo Americani diventati poi famosi

I futuri coloni, qualora non avessero accettato la destinazione assegnata, sarebbero stati comunque liberi di rifiutare e non sarebbero stati costretti a rimborsare le spese fino lì anticipate dal Governo Argentino.

Dato il forte afflusso dall’Europa, la Municipalità di Buenos Aires, fin dal 1857 provvide ad affittare dei locali per alloggiare gli emigranti , fino al 1871, quando concesse dei terreni per costruirvi delle baracche di legno dove ospitare le famiglie (Asilo degli Emigranti). In seguito venne costruita un edificio più grande, chiamato familiarmente La Rotonda, per la sua forma poliedrica che funzionò fino al 1911 quando venne demolito ed entrò in funzione l’ultima versione dell’ Hotel degli Emigranti, un grande edificio in cemento armato con enormi camerate per ogni piano divise per gli uomini, le donne e i bambini, con una grande mensa. Questa struttura funzionò fino agli anni ’50.

Anche nel caso dell’Argentina come in Brasile ci fu una notevole  preponderanza degli immigrati provenienti dall’Italia (prevalentemente dal Sud) rispetto alle altre nazioni europee e l’emigrazione colà ebbe caratteristiche alquanto differenti dall’emigrazione in USA in quanto solitamente erano interi gruppi familiari a spostarsi piuttosto che individui singoli.

 

Nave della emigrazione

Nave degli emigranti

Le navi destinate alla rotta sudamericana nella prima metà del secolo erano costituite da velieri in legno, che vennero successivamente sostituiti da navi in ferro costruite nei cantieri inglesi a propulsione mista e più veloci.

I viaggi avvenivano in condizioni penose per la stragrande maggioranza degli emigranti che dovevano viaggiare in spazi comuni e condizioni igieniche molto precarie, tant’è che si potevano sviluppare anche epidemie, per viaggi che potevano durare anche due mesi e più, quale quelli per l’Argentina.


Tutte queste emigrazioni, salvo che per una piccola parte di ritorni, si rivelarono definitive, dando comunque un notevole apporto all’economia dei luoghi di origine, con le rimesse degli emigranti.

Per approfondire e consultare il database online alla ricerca di lontani antenati emigrati: www.ciseionline.it

 

Lello

Se avete apprezzato l’articolo Vi chiedo di condividerlo sui social con un like. Grazie

 

 

Share This: