Via Severiana e Villa della Palombara (o c.d. di Plinio)

Via Severiana e Villa della Palombara (o c.d. di Plinio)

Via Severiana: ingresso da Viale di Castelfusano (foto P.Petrocelli)

Via Severiana: ingresso da Viale di Casteporziano (foto P.Petrocelli)

Attraversata dalla Via Cristoforo Colombo e a poca distanza dal mare, c’è una vastissima area boschiva  instituita nel 1980 come area protetta nel Parco Urbano Pineta di Castelfusano.

Quest’area di quasi mille ettari è attualmente il più grande polmone di verde di Roma e fu trasformata in pineta nell’anno 1713, quando i Marchesi Sacchetti, proprietari dell’area fecero piantare circa 7000 esemplari di pino domestico.

Al tempo degli antichi Romani faceva parte del territorio di Laurentum divisa dal territorio di Ostia dal Canale dello Stagno ed era attraversata da alcune strade che mettevano in comunicazione la città di Roma e il mare,e oggi, per lo stesso motivo è attraversata dalla Via Cristoforo Colombo che da Roma porta al mare di Ostia.

Il quartiere che confina con la Pineta di Castelfusano si chiama Infernetto in quanto sembra che anticamente i Romani vi facessero bruciare la legna per fare il carbone e pertanto l’aria fosse perennemente densa di fumi da sembrare un piccolo inferno.

Via Severiana (foto P.Petrocelli)

Via Severiana (foto P.Petrocelli)

 Oggi nella Pineta si può ancora vedere e percorrere la Via Severiana (fatta costruire dall’Imperatore  Settimio Severo negli anni 198-209 d.c.) che l’attraversa parallelamente alla linea costiera, con i basoliti dell’epoca (anche se in buona parte tolti nel ‘700   per lastricare una strada dalla villa appartenuta ai Marchesi Sacchetti ,oggi appartenente ai Chigi,  fino al mare e successivamente parzialmente rimessi a posto nel ‘900) e conduceva da Ostia Antica,( per alcuni da Portus che si trovava in corrispondenza dell’odierna Fiumicino), fino a Terracina, dopo Anzio.

CEntrale Montemartini: Settimio Severo

Settimio Severo

La via fu costruita su sentieri preesistenti e dopo Tor Paterno, ricalca in pratica il tracciato dell’odierna S.S. 601.

La strada serviva a portare la calce dai Monti Lepini fino a Terracina e poi a Portus per la manutenzione delle strutture portuali. Un cippo indicante il 6° miglio, con dedica agli imperatori Settimio Severo e Marco Aurelio Antonino, trovato nell’area di Pianabella (custodito nel Museo degli Scavi di Ostia Antica) ne ricorda la costruzione.

Cippo della Via Severiana (foto P.Petrocelli)

Cippo della Via Severiana (foto P.Petrocelli)

Approfittando di una giornata quasi estiva, sono andato in auto fino al limitare della pineta, percorrendo il Viale di Castelporziano in direzione del mare, ho parcheggiato e ho intrapreso il cammino a piedi fino ai resti della Villa della Palombara (chiamata così per la presenza di un grande leccio che serviva a catturare i piccioni selvatici nel 1800). La strada di penetrazione nella Pineta è grande e comoda ,in parte bianca e poi asfaltata

Viale di Castelporziano (foto P.Petrocelli)

Viale di Castelporziano (foto P.Petrocelli)

e potrebbe essere percorsa in auto ma la cosa è riservata solo ai mezzi di soccorso, alle guardie forestali, alle forze dell’ordine, etc., ma si può fare in bicicletta, volendo. Si percorre circa 1 km, e si incrociano alcuni sentieri ben segnalati, arriviamo a un grande piazzale e incrociamo la Via Severiana alla nostra sinistra e alla nostra destra. Se prendiamo il tratto alla nostra sinistra (guardando in direzione del mare) dopo circa 1 km e mezzo troveremo alla nostra destra la recinzione della Villa della Palombara (c.d.Villa di Plinio) , se invece proseguiamo sulla strada bianca (Via di Castelporziano)  arriviamo ad un grande incrocio ( Piazzale del cinghiale) dove a sinistra troviamo 

area picnic a piazzale del cinghiale (foto P.Petrocelli)

Area picnic a piazzale del cinghiale (foto P.Petrocelli)

 una grande area ben ombreggiata, con fontanella di acqua potabile e  con tavoli e panchine in legno per un picnic.

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Giriamo a sinistra e dopo qualche decina di metri si intravede sulla destra una grande torre di controllo per l’avvistamento di eventuali incendi boschivi.

Torre avvistamneto incendi (foto P.Petrocelli)

Torre avvistamento incendi (foto P.Petrocelli)

Si prosegue per meno di 2 Km sulla strada asfaltata incrociando alcuni sentieri a destra e a sinistra segnalati e non, e arriviamo ad un punto in cui la strada fa una curva a destra (verso il mare), con un grande albero in mezzo alla carreggiata. Noi invece proseguiamo dritti lungo un sentiero di pochi metri e troviamo una recinzione che circonda l’area archeologica.

 Villa di Plinio

A sinistra il sentiero per l'area archeologica (foto P.Petrocelli)

A sinistra il sentiero per l’area archeologica (foto P.Petrocelli)

L’area è recintata ma a pochi metri dal cancello c’è un varco nella recinzione. Dentro l’area ci sono i resti di una grande villa per lungo tempo attribuita a Plinio il Giovane che ne in una lettera all’amico Gallo (Epistole, II, 17) ne magnificava le doti e la bella posizione, adatta allo studio e alla meditazione.

Teniamo presente che in quell’epoca la linea del mare era molto arretrata rispetto a oggi e si trovava a poca distanza dalla villa, mentre ora si trova a circa 600 metri.

Basamento di una colonna

Basamento di una colonna

Sono rimaste le piante degli ambienti della villa, le basi del

colonnato dell’ingresso  (che si trovava dalla parte del mare),

un ampio giardino circondato sui quattro lati da due ordini di colonne (rimangono solo i basamenti) : il peristilio , con all’interno una vasca al centro. Oltre il peristilio, si trova un arco in mattoni (fatto costruire negli anni ’50 dal archeologo  Prof. Antonio M. Colini a somiglianza dell’arco originale). Oltre l’arco, a nord, si trova il triclinio (area dei banchetti) e un vano absidato , mentre a sud ovest, salendo alcuni gradini, troviamo l’area termale  con un grande mosaico con scene marine, abbastanza ben conservato.

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Il mosaico, in  bianco e nero, di età antonina, ricorda da vicino quello delle Terme di Nettuno a Ostia Antica, con la figura di Nettuno con il tridente su un carro trainato da due ippocampi e tutto intorno dei pesci, cavalli marini, aragoste e, sul lato opposto, due figure di un suonatore di flauto ed una danzatrice.

Si distinguono i resti circolari del calidarium, il frigidarium gli spogliatoi e una grande cisterna.

Villa di Plinio

Il mosaico delle Terme della Villa di Plinio

In corrispondenza dei vari ambienti 

cartello esplicativo bilingue

Cartello esplicativo bilingue

ci sono ampi cartelli bilingue (italiano-inglese) a cura della Sovrintendenza ai Beni Culturali con la spiegazione di quello che si osserva, piantine del luogo e altre notizie sugli scavi.

   

             Basilichetta Paleocristiana anonima

Con alle spalle l’arco del Colini e l’area della Villa, percorrendo un piccolo sentiero a nord est (qualche decina di metri), si arriva ai resti di una piccola Basilica cristiana risalente forse al IV-V secolo , costruita in laterizio su un’area sepolcrale precedente. Si distinguono l’abside e la 

Basilichetta paleocristiana del IV secolo vita dalla parte dell'abside

Basilichetta paleocristiana del IV secolo vista dalla parte dell’abside

zona del Coro. La Basilica, di piccole dimensioni: m.16,60 x m. 8,40  aveva davanti l’ingresso un portico sorretto da colonne e coperto da un tetto a doppio spiovente. La Basilica fu scoperta nel 1939 dal Prof. Colini. Non ci sono elementi per stabilire a quale Santo fosse dedicato il culto. In occasione di ulteriori scavi effettuati nel 1953 furono trovate una tomba di bambino, un sarcofago,  risalenti al 2° secolo d.C., e una moneta databile al 7° secolo, segno questo di una frequentazione del luogo almeno fino a quell’epoca. Le tombe situate al di fuori dell’area basilicale . indica come all’epoca questa zona fosse un luogo di sepolture.

Abside e pavimentazione in marmo

 A pochi metri di distanza dai resti, a nord corre la Via Severiana.

La Villa della Palombara, è stata per molto tempo attribuita a Plinio il Giovane, ma ultimamente dopo ulteriori scavi si tende ad escluderlo e ad attribuirla all’oratore e ammiraglio Quinto Ortensio Ortalo, 114-50 a.C. (celebre avvocato amico di Cicerone e anche suo avversario nei tribunali, vedi il processo penale contro Verre) e si propende ad identificare la Villa di Plinio con i resti di un’altra villa, la c.d. Villa Magna in località Grotte di Piastra, non molto distante, sempre lungo la Via Severiana, ma all’interno del parco presidenziale di CastelPorziano e pertanto normalmente inaccessibile.

Cartello della Soprintendenza con la ricostruzione grafica dell'area al tempo dei Romani

Ricostruzione grafica dell’area al tempo dei Romani

Da questa cartina a cura della Soprintendenza, si può vedere come la Villa della Palombara si trovasse in una lingua di terra parallela al mare, mentre a nord c’erano degli stagni (le saline).

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Su questa lingua di terra sono stati trovati i resti di almeno 9 ville a poca distanza  una dall’altra, di proprietà di famosi personaggi dell’antica Roma, a partire dalla villa cosiddetta di Procoio, nell’area di Pianabella (zona del Cimitero di Ostia), proseguendo per la Villa della Palombara e, nell’area di CastelPorziano, troviamo il Vicus Augustanus Laurentum , poi la Villa Magna fino a giungere a Paterno, dove ci sono i resti della Villa Imperiale di Augusto (in tutto circa nove ville, oggi di più,  individuate dall’archeologo Rodolfo Lanciani, tutte  nella tenuta presidenziale di Castelporziano), tutte non visitabili e in gran parte reinterrate dopo gli scavi, per protezione. Nel 2006, in occasione della costruzione di una rete fognaria a Torvaianica è stata del tutto casualmente scoperta una grande villa romana appartenuta a due senatori imparentati con la Gens Flavia : la cosiddetta Villa romana di Torvaianica di Via Siviglia.

Consigli

Se deciderete di andarci, vi consiglio scarpe comode, e se volete percorrere i sentieri, o la Via Severiana , di farlo con qualche attenzione. Sulle strade carrabili principali  ci sono ad intervalli delle fontane di acqua potabile (ahimè non tutte funzionanti) e panchine di legno. La zona è pattugliata dalla Polizia a cavallo o anche dalle Guardie Forestali. Attenzione a possibili incontri a sorpresa: qualche tempo addietro percorrendo un sentiero interno mi sono imbattuto dopo una curva in una famiglia di cinghiali formata da 2 adulti e 4 cuccioli che lo attraversavano e la sorpresa è stata reciproca. Volevo scattare qualche foto ma la prudenza mi ha imposto di rimanere immobile (erano a 20 metri). Di solito non si fanno vedere, rimangono nel folto ma la mattina è facile vedere le buche scavate la notte per trovare i tuberi di cui sono ghiotti. Ho incontrato anche un paio di serpenti, probabilmente non velenosi, ma nel dubbio…

Corbezzolo

Corbezzolo

In autunno nel sottobosco trovate moltissimi funghi (ma ne è proibita la raccolta), e ci sono anche numerose piante di corbezzolo con i frutti molto saporiti. Conviene considerare il significato del nome latino: arbutus unedo , dove unedo significa ne mangio uno solo, altrimenti ne potreste subire gli effetti antidiarroici, come è capitato al sottoscritto che lo scorso autunno, avendone fatto una piccola scorpacciata , ne ha pagato le conseguenze per l’intera settimana seguente. 

norme di comportamento nella pineta di Castelfusano

norme di comportamento

Da Roma la zona è raggiungibile sia in auto, percorrendo la via Cristoforo Colombo, sia con l’autobus della linea 070 che parte dal Piazzale EUR Fermi (dove si arriva con la metro B), sia con il “trenino” per Ostia, scendendo all’ultima fermata Colombo. Se scegliete quest’ultima soluzione, dalla Stazione andate verso la via Cristoforo Colombo e percorrete la via laterale verso Roma. Dopo circa 200 metri entrate in Pineta su una strada asfaltata e percorretela fino a raggiungere il piazzale dei cinghiali e poi girate a destra per la Villa di Plinio o continuate dritti sulla strada bianca fino a un grande piazzale, se volete percorrere la Via Severiana.

Buon divertimento

Lello

Per approfondimento e visite guidate:

http://www.sovraintendenzaroma.it/i_luoghi/roma_antica/monumenti/villa_cosiddetta_di_plinio

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