Mitreo di Santa Prisca
Il Mitreo di S.Prisca si trova sul Colle Aventino, nei sotterranei dell’omonima Chiesa, a poca distanza dal Circo Massimo
La Chiesa , costruita tra il IV° e V° sec., è dedicata ad una Martire tredicenne (Prisca) che, secondo la leggenda, non volle abiurare alla religione cristiana per venerare la statua di Apollo e venne imprigionata sotto il regno di Claudio II (3° sec) e successivamente torturata, condannata al rogo ed infine decapita sulla Via Ostiensis, dove fu sepolta. Successivamente le spoglie vennero translate all’Aventino.
La Chiesa di Santa Prisca fu costruita su una casa romana della fine del I° sec. d.C. forse appartenuta a Lucio Licinio Sura, Console amico dell’Imperatore Traiano, raffigurato anche nell’omonima colonna mentre discute con l’Imperatore.
Altri invece parlano di privata traiani domus, la casa dove avrebbe abitato Traiano prima di diventare imperatore. Per altri invece la casa di Traiano si troverebbe presso le Terme Deciane, poste a poca distanza da S.Prisca.
Gli scavi sotto la Chiesa furono fatti nel 1934 e proseguirono negli anni successivi ad opera di una equipe olandese.
Il Mitreo di S.Prisca
Il Mitreo in particolare, fu scoperto casualmente nel 1940.
Ci sono i resti anche di una seconda casa, a sud rispetto al Mitreo dove c’è un ninfeo absidato.
Il Mitreo di S.Prisca, come del resto tutti i Mitrei salvo quelli ritrovati ad Ostia Antica , fu costruito in un ambiente sotterraneo che poteva assicurare la necessaria riservatezza trattandosi di un culto misterico e riservato ai soli adepti.
Per visitare il Mitreo di S.Prisca, si entra in un giardino adiacente alla Chiesa e tramite un ingresso laterale, si scende in un ampio ambiente dove, come ho detto sopra, si trova un Ninfeo con abside, ci sono alcune teche dove è stato allestito un piccolo museo dei ritrovamenti tra cui un’immagine policroma del Sole
ed alcune statuine di stucco del Mitreo.
Si intravvede per terra sotto un vetro anche una piccola porzione del pavimento originale.
C’è anche affissa al muro all’ingresso una lapide che ricorda i contributi delle persone che hanno reso possibile la scoperta e la valorizzazione di questo Mitreo.
Indossato un casco di protezione da cantiere, si passa in un piccolo ambiente sovrastato da alcune enormi rocchi di colonne in peperino riutilizzate da qualche Tempio repubblicano e poi si entra in una camera dalle pareti e la volta affrescate e un altare con la croce in mezzo alla stanza.
Si passa in un vestibolo preparatorio (apparitorium) , (dove il Pater conservava i paramenti sacri), in seguito aggiunto al Mitreo , dopo avere ampliata la soglia di comunicazione , e, successivamente nel Mitreo vero e proprio, una stanza rettangolare di complessive 17,50 m. per 4,20 m. , con la volta a botte, con i consueti podia laterali e le due nicchie policrome
ai lati che dovevano contenere le statue dei due dadofori Cautes e Cautopates (è rimasta solo la statua di Cautes mancante della fiaccola e della testa).
A metà dei podia ci sono due cavità, una con un orcio interrato per i cibi, e l’altra, di fronte per alloggiarvi una lucerna.
Ai piedi della statua del Cautes, c’è un gallo, che rappresenta, come lo stesso Cautes, l’alba, la luce contrapposta alle tenebre del Cautopates.
Le pareti laterali sono affrescate a colori e in fondo c’è lo spelaeum con la figura del Dio Mitra che si accinge all’uccisione del toro, con il consueto contorno degli animali (il serpente, il cane), le stelle di bronzo inserite nella volta e in maniera inconsueta una grande figura di Saturno sdraiato, il cui corpo è costruito con anfore poi coperte con lo stucco.
Saturno rappresentava il sesto e penultimo pianeta e in questo Mitreo viene rappresentato in rilievo subito sotto al Mitra (Sol invictus), come di consueto.
Il culto di Saturno era tra quelli più diffusi nel mondo romano e il 17 dicembre , per un’intera settimana, si svolgevano le saturnalia, sorta di feste , con banchetti, sacrifici, scambio di doni ed auguri che però via via assumevano tratti orgiastici e dove anche i ruoli di padroni e schiavi si capovolgevano.
Il Mitreo di S.Prisca, ha delle caratteristiche diverse dagli altri Mitrei di Roma.
Innanzitutto la statua del Mitra è differente dalla solita immagine conosciuta in quanto ha il corpo nudo di un giovane Ercole senza la solita tunichetta. Probabilmente si trattava di una statua riutilizzata.
Questo Mitreo si distingue da tutti gli altri per le pareti affrescate, a parte forse il Mitreo Barberini.
Nella parte sinistra della grotta, ad un’altezza di circa tre metri c’è un graffito in cui l’autore dice di essere nato (rinato con la religione) il 21 novembre del 202 d.C., confermandoci che in quegli anni il Mitreo era in funzione.
A fianco del Mitra la testa del cane che di solito lecca il sangue versato dal toro, scolpita in rilievo (si può vedere accanto alla testa del Saturno).
Le pitture alle pareti, altra differenza rispetto agli altri Mitrei conosciuti, raffigurano i sette gradi dell’iniziazione con i pianeti di riferimento come vediamo anche nel Mitreo delle sette sfere a Ostia Antica.
Sulla parete di destra si vede un corteo di personaggi (indicati con il nome) tutti adepti che hanno raggiunto il grado di iniziazione di leones che portano un toro, un gallo, una pecora, una coppa, un maiale. La processione dei leones prosegue sulla parete di sinistra e prosegue con la raffigurazione di una grotta dove Mitra e il Sole, sono sdraiati a banchetto e serviti da due altre figure.
A metà della parete di sinistra, da un’apertura si accede ad un altro
ambiente dove si facevano delle pratiche preparatorie per gli iniziati e infine c’è l’ingresso ad un ulteriore ambiente dove si praticavano i sacrifici con una fossa sanguinis al centro del pavimento.
Questo Mitreo è in ottime condizioni generali e vale sicuramente una visita.
Ho concluso questa visita al Mitreo di S.Prisca con la successiva visita alla Chiesa sovrastante, in stile barocco con un soffitto ligneo a cassettoni.
A poca distanza dalla Chiesa, su Viale Aventino, potete trovare le tracce imponenti delle antiche Mura Serviane o ,nella direzione opposta a poche centinaia di metri c’è il Circo Massimo e la nuova area degli scavi da poco aperti al pubblico.
Admin
Info:
archeoroma.beniculturali.it
Bibliografia:
F. Coarelli – Roma – A. Mondadori 2000
C. Pavia – Guida dei Mitrei di Roma Antica – Gangemi 1999