Sulle tracce della Papessa Giovanna

La Papessa Giovanna: l'edicola sacra ai SS Quattro

Edicola Sacra tra via dei Querceti e via Santi Quattro

Intendiamoci: la storia della Papessa Giovanna potrebbe essere totalmente falsa! Nonostante essa si tramandi da secoli, seppure suggestiva, ad un’analisi accurata si sarebbe rivelata assolutamente priva di ogni fondamento. Questo almeno è quanto ci spiegano gli studiosi che anche in passato si sono occupati di questa vicenda.

La Papessa Giovanna

Dunque la leggenda parla di una donna nata nel 815 (epoca carolingia) a Inglheim da padre inglese, e trasferitasi con la famiglia a Magonza (in Germania), dove venne educata. Giovanna, questo il suo nome, era molto intelligente e nata con una gran predisposizione per le lingue così da padroneggiare in poco tempo la lingua greca ed il latino.

Quando Giovanna aveva 15 anni d’età, si innamorò di un monaco che ovviamente non poteva sposare, e, per stare vicina al suo amato, prese a vestirsi da maschio in modo da poter entrare nell’Abbazia Benedettina di Fulda (Germania) con il nome di Giovanni l’inglese.

Celando le sue forme femminili sotto il saio ed il il cappuccio, Giovanna riuscì a trascorrere molti anni nel convento senza problemi fino a che un giorno, essendosi ammalata seriamente, nel timore di doversi scoprire davanti ad un medico, riuscì a scappare dal convento insieme al suo amato.

Andarono ad Atene, in Grecia dove si stabilirono e Giovanna diventò esperta di questioni teologiche che contrapponevano la Chiesa Ortodossa a quella Romana.

Nell’anno 847 circa, il monaco amato da Giovanna andò via dal Convento per recarsi in Oriente per approfondire la conoscenza e trovare la via della saggezza mentre Giovanna scelse di recarsi a Roma.

La Papessa Giovanna

La Papessa Giovanna in un dipinto medioevale

Qui ben presto Giovanna venne apprezzata per la sua profonda conoscenza della lingua Greca e la sua competenza teologica, così, quando morì il Papa Leone IV nel 853 (in realtà, come vedremo poi,  nel 855), essa venne acclamata Papa con il nome di Giovanni VIII.

La Papessa Giovanna durante il Pontificato, era circondata da numerosi personaggi servili ed ambiziosi e avvenne che si innamorò di uno di questi, mentre secondo altre fonti, il monaco suo antico amante tornò a Roma dal suo viaggio in Oriente e riprese la relazione amorosa. Comunque sia la verità, la Papessa Giovanna rimase incinta.

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Il suo pontificato fu segnato da molte disgrazie quali l’esondazione del fiume Tevere, l’invasione di Roma da parte dei pirati saraceni ed in ultimo un’invasione di cavallette.

Proprio per officiare una funzione solenne contro questa piaga biblica, una processione partì da San Pietro dopo la Messa Pasquale per recarsi alla Basilica di S.Giovanni in Laterano che è la Cattedrale di Roma ed era la dimora dei Papi.

Basilica di San Clemente

Basilica di San Clemente

Durante questa processione la Papessa Giovanna venne all’improvviso assalita dalle doglie e, per avere un po’ d’intimità, cercò di far deviare la processione verso la vicina Basilica di San Clemente.

Arrivati all’incrocio di Via dei Querceti con Via dei Santi Quattro, si vide costretta a partorire per strada.

La Papessa Giovanna: il parto

Il parto della Papessa Giovanna

In quel luogo preciso (conosciuto in seguito come vicus Papissa, probabilmente dal nome di una famiglia dei Papareschi  abitante in zona) fu eretta l’edicola sacra che vediamo anche oggi e che all’interno mostra una Madonna con il bambino, di foggia bizantina.

La Papessa Giovanna. Edicola ai Santi Quattro

Edicola ai Santi Quattro

Lo scandalo e la rabbia tra gli ecclesiastici ed il popolo che seguiva la processione fu tale che la Papessa Giovanna e suo figlio vennero uccisi sul posto o secondo un’altra versione, il bambino nacque morto e la Papessa venne legata e trascinata da un cavallo mentre la folla la lapidava fino ad ucciderla.

Altre versioni parlano di un parto prematuro provocato dall’imbizzarrirsi di un cavallo o di una mula del corteo papale con la conseguente morte del neonato e con la Papessa Giovanna rinchiusa in un Convento.

Dopo la morte la Papessa Giovanna venne sepolta in un luogo lungo il tragitto Papale e negli anni successivi nessun corteo passò più per quel luogo.

Sedia Stercoraria

Sedia stercoraria

Da quel momento in poi all’atto dell’elezione dei nuovi Papi, si usò la c.d. sedia stercoraria, in porfido rosso, con un’apertura nella seduta dove un diacono si accertava del sesso maschile del nuovo eletto e proclamava : pontificalia habet (ha gli attributi), oppure secondo un’altra versione: “virgam et testiculos habet” ( ha il pene e i testicoli) e gli ecclesiastici rispondevano: “Deo Gratias” (Lode al Signore).

La Papessa Giovanna: Papa Innocenzo X sottoposto alla verifica

Papa Innocenzo X sottoposto alla verifica

Una delle due sedie stercorarie in porfido è esposta ai Musei Vaticani e l’altra venne portata in Francia da Napoleone ed è esposta al Museo del Louvre. Una terza sedia stercoraria in marmo bianco si trova nel Chiostro della Basilica di S.Giovanni in Laterano.

Baldacchino di San Pietro

Baldacchino di San Pietro

Nel 1633 venne inaugurato a San Pietro il Baldacchino di Gian Lorenzo Bernini eretto sopra la tomba dell’Apostolo Pietro, dove alla base delle quattro colonne ci sono delle sculture che raffigurano le fasi di una donna in travaglio. In queste sculture molti vi avevano visto raffigurata la vicenda della Papessa Giovanna durante il parto, con la vista della testolina del bambino che nasce con un sorriso invece del consueto pianto, a significare che si trattasse del diavolo.

i Papi del duomo di Siena

I Papi del Duomo di Siena

Alla fine del 1400, nel Duomo di Siena, furono creati i busti di 172 Papi che guardano dall’alto i fedeli sulla navata centrale, e  posti in ordine cronologico di pontificato, a partire da Gesù ed in senso orario e, tra questi, c’era anche il ritratto di Papa Giovanni VIII (la nostra Papessa Giovanna). Successivamente, nel 1600, sotto il pontificato di Clemente VIII,  i lineamenti della Papessa, vennero trasformati in quelli di Papa Zaccaria con un conseguente sfalsamento nella successione dei Papi. Il motivo di ciò è che la vicenda della supposta Papessa Giovanna creava molto imbarazzo nella Chiesa.

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La leggenda della Papessa Giovanna circolava tra la gente e fu ripresa e rielaborata in forma scritta solo a partire dal XIII secolo e rielaborata da varie fonti e ricordata nei secoli successivi da vari scrittori come da Boccaccio nel “De Claris Mulieribus”, o anche dal poeta Giuseppe Gioacchino Belli (“La Papessa Ggiuvanna”), Giggi Zanazzo, etc.. In seguito questa vicenda fornì la trama per molti romanzi e recentemente è stata trasposta anche in due film.

La Chiesa non diede mai molto peso ad una storia che, seppur condita con elementi di qualche verosimiglianza, non si riteneva vera ed era stata creata probabilmente dal mondo ortodosso ed in seguito  propalata ed usata da fazioni antipapiste in Francia principalmente o dai protestanti per screditare la Chiesa di Roma. Il Pontificato di Leone IV durò fino all’anno 855 (e non 853) ed il suo successore fu Benedetto III e, pertanto non ci potette essere quell’intervallo di due anni per il pontificato della supposta Papessa Giovanna.

 la papessa arcani maggiori

La Papessa nei tarocchi

Tra le altre cose, il corteo papale non aveva mai usato quel percorso e le sedie stercorarie preesistevano da molto tempo (qualche secolo) prima dell’epoca in cui si sarebbe svolta la vicenda e, in ogni modo, esse non erano mai servite per il rito della verifica del sesso del Papa ma solo a ricordare loro di essere uomini come tutti gli altri e il loro essere sottomessi alle necessità della natura (Platina).

La Papessa Giovanna: l'Edicola Sacra

Edicola Sacra

L’edicola sacra, con un tettino di tegole, si trova a qualche centinaio di metri dal Colosseo e a pochi passi dalla Basilica di San Clemente e da quella dei SS.Quattro Coronati.

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Sulla facciata una targa in marmo che recita: “Il sorriso di Maria questi luoghi allieterà, se chi passa per la via, salve, o Madre, a Lei dirà.”

L’immagine che si vede all’interno dell’ edicola sacra di via Santi Quattro, si presenta molto deteriorata e raffigura come detto una Madonna con il Bambino con uno sfondo di un cielo stellato con testine di angeli e sulla volta una colomba. All’esterno del cancello di protezione, appuntati ad una grata molto fitta, ci sono fiori, ex voto, un rosario, qualche immagine sacra e qualche bigliettino.

Un ultimo appunto: i luoghi dove sarebbe stata uccisa la Papessa Giovanna, furono teatro alcuni secoli prima di un altro eccidio.

Sotto la Basilica di S.Clemente c’era infatti la sede della Zecca romana e, sotto Aureliano, ci fu una rivolta dei monetieri (addetti alla coniazione delle monete) capeggiata da un certo Felicissimus con la morte (a detta dell’Imperatore Aureliano) di circa 7.000 persone tra i soldati inviati a reprimerla.

Lello

Poesia “La Papessa Ggiuvanna” di G.G.Belli :

http://poesieromanesche.altervista.org/index.php/Poetiscrittori/sonetto/259/giuseppe-gioacchino-belli-la-papessa-ggiuvanna

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