Gli Italiani a Little Bighorn

Gli Italiani a Little Bighorn

Italiani a Little Big Horn :Memorial Little Big Horn

 

 

 

 

 

 

 

 

. A Little Bighorn, oltre John Martin c’erano almeno altri 5 soldati di provenienza  italiana (accertata) tra le fila del Cavalry, di cui tre parteciparono ai combattimenti. E’ probabile che gli Italiani a Little Bighorn coinvolti fossero una decina o più ma non abbiamo purtroppo altri particolari oltre ai cognomi rinvenuti sulla lista dei caduti, sapendo anche che molti cognomi erano stati anglicizzati.

Charles DiRudio

Il più noto tra gli  Italiani a Little Bighorn è senza dubbio è il Ten. Charles C. DiRudio.

Ialiani a Little Bighorn : Lt. Charles C. De Rudio

Lt. Charles C. De Rudio

Marino-Dal Piave al Little Big Horn

Marino-Dal Piave al Little Bighorn

Di questo personaggio, un nobile di Belluno dalla vita avventurosissima , il Prof. Cesare Marino, antropologo presso lo Smithsonian Institution a Washington DC,  ha scritto una biografia molto dettagliata e avvincente: Dal Piave al Little Bighorn – la straordinaria storia del Conte Carlo Camillo Di Rudio, da cospiratore mazziniano a complice di Orsini e ufficiale nel 7° Cavalleria  del Gen. Custer, Alessandro Tarantola Editore, 1996 (segnalo che nel 2010, in occasione del centenario della morte di De Rudio, è uscita una nuova edizione con commento aggiornato).

Il prof. Marino ha scritto svariati articoli sull’argomento tra cui anche “A Count with Custer , the extraordinary adventures of Carlo di Rudio” per la rivista italo-americana Ambassador.

Carlo Di Rudio nacque da nobile famiglia di Belluno nel 1832 e fin da adolescente dimostrando uno spirito indipendente e avventuroso, si arruolò nel Corpo dei Volontari dei Cacciatori delle Alpi di Pietro Fortunato Calvi a difesa della Repubblica Veneta contro gli Austriaci.

Nel 1849 raggiunse Garibaldi e le camicie rosse in difesa della Repubblica Romana contro le truppe francesi e papaline. Dopo la sconfitta andò in esilio a Parigi, ritornando poi in Italia nel 1852 per aderire al movimento Mazziniano della Giovane Italia.

Ricercato dalla polizia austriaca, Di Rudio fuggì in Inghilterra dove conobbe e sposò Eliza Booth da cui nel corso della vita passata insieme ebbe 6 figli. Nel 1857 conobbe Felice Orsini che con altri

Felice Orsini

Felice Orsini

rivoluzionari tramavano per uccidere Napoleone III visto come ostacolo alla riunificazione d’Italia. L’attentato ebbe luogo a Parigi il  14 gen.1858, con  12 morti e 156 feriti  ma fallì l’obiettivo in quanto l’Imperatore rimase illeso  e  Di Rudio e gli  altri tre patrioti (OrsiniGomez e Pieri) furono arrestati.

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Al processo, svoltosi il mese successivo, Felice Orsini e Giovanni Andrea Pieri furono condannati a morte, mentre Antonio Gomez e Carlo Di Rudio furono condannati all’ergastolo. Andrea Pieri e Felice Orsini (che non volle chiedere la grazia), morirono ghigliottinati il 13 marzo 1858 .

Per Di Rudio la condanna fu commutata nella prigione a vita da trascorrere alla Cayenne, famigerato carcere sito nella Guyana Francese.

Appena nel nuovo carcere Di Rudio cercò subito di evadere riuscendo dopo qualche tentativo a raggiungere la Guyana Inglese dove ottenne il diritto di asilo e  potette ritornare a Londra dalla moglie nel 1860.

Da lì, dopo qualche anno emigrò in USA e grazie a delle lettere di presentazione riuscì ad entrare nell’esercito americano dove, arruolato da principio come soldato semplice, dimostrando in seguito il suo valore, fu nominato ufficiale e, nel 1869 fu assegnato al 7° Cavalleria sotto il comando di Custer.

Mag. Marcus A. Reno

Mag. Marcus Reno

In occasione della Battaglia di Little Bighorn, Di Rudio che era stato assegnato ad un battaglione condotto dal Mag. Marcus Reno.

Durante la ritirata ordinata da Reno di fronte al soverchiante numero di Indiani, Di Rudio perse il proprio cavallo e, insieme ad un altro soldato appiedato, rimasti tagliati fuori dal gruppo, si nascosero per due giorni in un boschetto assistendo con orrore alla mutilazione e agli scotennamenti dei commilitoni caduti, da parte delle squaw indiane. In seguito riuscirono a guadare il fiume e ricongiungersi con le truppe di Reno e Benteen.

Charles DeRudio nel 1879 fu uno dei principali testimoni nel corso del Processo di Chicago, dove, con la sua testimonianza (insieme a quella di John Martin) contribuì in pratica a scagionare il Mag. Marcus Reno da ogni accusa sul comportamento tenuto nella Battaglia di Little Bighorn..

DeRudio concluse la carriera militare nel 1896. Nel 1904 fu promosso a Maggiore della riserva. Morì a Pasadena , Los Angeles il 1° novembre 1910.

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Altri Italiani a Little Bighorn

Cap. Thomas M. McDougall

Cap. Thomas McDougall

Gli altri Italiani a Little Bighorn presenti in quella tragica giornata erano: August Devoto ( Agostino Luigi Devoto) nato a Genova nel 1851 e John James (Giovanni Casella), nato a Roma nel 1848, i quali erano di scorta al convoglio delle munizioni sotto il comando del Cap. Thomas McDougall e non parteciparono direttamente  alla battaglia dove morirono Custer e i suoi soldati.

Agostino Luigi Devoto, emigrato con i genitori in USA nel 1857, visse a New York quando a 21 anni, probabilmente spinto dalla crisi economica in atto in quegli anni, decise di arruolarsi nell’esercito.

Fu assegnato al 7° Cavalleria,CompagniaB ,e inviato nel West a combattere gli Indiani. Scampato alla morte nella Battaglia di Little Bighorn in quanto nelle retrovie con le truppe di Reno attestate su una collina, si segnalò per atti di coraggio. In seguito partecipò ad altri episodi della guerra indiana.

Si congedò dall’esercito nel 1878 a Fort Yates nel Dakota Territory e successivamente si diede al commercio di generi alimentari e bevande. Si trasferì a Tacoma, WA dove morì nel 1823.

Di Giovanni Casella si hanno poche notizie, emigrato in USA (era stato un soldato in Italia),si arruolò nel 1872 nel 7° Cavalleria, Compagnia E per una ferma quinquennale e alla fine di questa, nel 1877 si riarruolò sempre nel 7° Cavalleria e nel Census del 1880 lo troviamo di stanza a Fort Meade, nella Lawrence County, Dakota Territories. Venne congedato con il grado di Caporale al Fort Abraham Lincoln. Ad ottobre 1886 si sposa a Manhattan, NY con Emma Murphy, di 15 anni.

Poi, sempre nel 7° Cavalleria c’era Felix (Felice) Villiet Vinatieri nato a Torino nel 1834, capo della Banda reggimentale, che non seguì Custer a Little Bighorn ma rimase al Campo base sullo Yellowstone. Lasciò l’esercito a Dicembre 1876 per fine ferma.

Visse con la moglie e cinque figli a Yankton nel Dakota Territory dove morì il 15 dicembre 1891.

Altro Italiano, musicista anche lui era Frank Lombard (Francesco Lombardi) nato a Napoli nel 1848, che non prese parte alla Battaglia di Little Bighorn in quanto rimasto a Fort Abraham Lincoln poiché era ammalato. Lasciò l’esercito alla fine della ferma nel settembre 1876. Morì a San Diego, CA il 21 giugno 1917.

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Il sesto Italiano era, ovviamente, John Martin, che si salvò dalla morte in quanto incaricato dal Lt. Col.Custer di recapitare il messaggio di aiuto a Benteen.

Italiani a Little Bighorn: John Martin nel 1879

John Martin nel 1879

John Martin fu uno dei testimoni principali al Processo di Chicago richiesto dal Mag. Marcus Reno per cercare di scrollarsi di dosso le accuse di codardia e di ubriachezza in servizio che gli venivano continuamente mosse dalla stampa riguardo al suo comportamento nella Battaglia di Little Bighorn.

Dagli elenchi militari si leggono anche altri nomi di probabile origine italiana (A. Stella, morto in battaglia, Giuseppe Tulo, Francesco Lambertini, che non partecipò alla battaglia in quanto ammalato) ma non si hanno altri particolari  su di loro.

Per quanto riguarda A. Stella, in molti siti citato come di origine italiana, nell’elenco ufficiale dei soldati e civili del 7° Cavalry a Little Bighorn, lo troviamo come:

Stella, Alexander, nato nel 1853 ad Atene, Grecia, di professione cuoco, in forza nel battaglione E, quello di Custer, morto in battaglia il 25 giugno 1876 a Little Bighorn.

Questi sono gli Italiani a Little Bighorn accertati dai maggiori studiosi.

Personalmente non credo che tra di loro questi italiani facessero gruppo come invece accadeva con i soldati di origine tedesca o francese, in parte anche per la loro esiguità.

Gli Italiani a Little Bighorn provenivano da un Italia che ancora doveva nascere come nazione (o era appena nata) e da staterelli con dialetti diversi ed anche classi sociali differenti.

Lello

Per approfondire:

https://www.thelbha.com/

 

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Bibliografia:

Cesare Marino – Dal Piave al Little Bighorn – A. Tarantola Ed. Belluno 1996

Cesare Marino – A Count with Custer, the extraordinary adventures of Carlo di Rudio – Ambassador (winter 1999)

Vincent A. Transano – Custer’s Italians

P.Petrocelli – John Martin, un salese a Little Bighorn

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