STREET ART
Prima di parlare di Street Art Quadraro, parliamo di Street Art in generale, di cosa si tratta.
Una volta c’erano le scritte sui muri delle città, dichiarazioni d’amore eterno ed esclusivo alla propria bella, lo sfottò ai tifosi della squadra avversaria, l’odio per i nemici politici, considerazioni sulle preferenze sessuali dei propri avversari a scuola, ecc., tutte espressioni a vario titolo catalogate come disagio giovanile.
Poi arrivarono i writers con le loro scritte criptiche e multicolori (graffiti art) a deturpare muri, vagoni della metro, pilastri dei ponti cittadini, muraglioni del fiume: una guerra per bande tra le varie crews cittadine con le loro tags per la “supremazia del territorio”.
Negli anni 2000, importato dagli USA e dalle grandi capitali europee , è subentrata anche da noi un concetto nuovo di decorazione di muri , di abbellimento di superfici di anonimi quartieri delle periferie urbane, di aree industriali dismesse.
Solitamente questi murales sono autorizzati dai proprietari delle superfici dove vengono creati, negli ultimi anni addirittura incoraggiati, mentre i graffiti rimangono sempre fuorilegge in quanto espressione di ribellismo che non si cura di deturpare superfici altrui e le stesse opere della Street Art.
Le tecniche della Street Art sono le più varie, vanno dall’aerosol all’acrilico, le vernici spray, lo stencil, ecc.
Le tematiche spaziano dal disagio urbano al messaggio pacifista, la guerra, i personaggi dei comics, la denuncia sociale, l’emarginazione, i computer games, animali, ritratti e altro.
A New York la tendenza si era manifestata fin dagli anni ‘7o del secolo scorso, quando si diffusero le prime community gardens, con la creazione di minuscoli giardini strappati alla cementificazione e i murales ad abbellire un paesaggio altrimenti degradato e disperato.
Questo prima della massiccia gentrificazione che trasformò interi quartieri semicentrali ma fatiscenti come ad esempio il Lower East Side (Loisaida) con la zona di Alphabet City e i suoi palazzoni di immigrati dell’est europeo, le prostitute, i tossici, in zone ormai alla moda, con affitti decuplicati e nuovi grattacieli con vista sul fiume Hudson e le rive opposte di Brooklyn e il Queens.
Gli artisti della Street Art, decisero di sottoporre il loro talento al giudizio del grande pubblico piuttosto che a quello ristretto anche se più competente del circuito delle Gallerie d’arte.
Artisti (Writers) come Jean-Michel Basquiat e Keith Haring (insieme ad altri della factory di Andy Warhol), dominarono la scena nuovayorkese fino alla loro prematura morte per overdose e per AIDS, alla fine degli anni ’80 del secolo scorso.
Oggi, per questa arte ormai “sdoganata” anche presso il grande pubblico da qualche anno è possibile anche per i turisti usufruire di tour specifici a New York per ammirare con la guida di un esperto, le opere più rappresentative della Street Art.
Altra grande città americana famosa per i murales è la città di San Francisco con il quartiere Mission e i suoi grandi murales di denuncia e protesta delle popolazioni latine e altre minoranze che abitano il quartiere.
Negli ultimi anni la Street Art si è molto diffusa anche a Roma e anche qui è possibile partecipare a visite organizzate con guida: vedi le date a muromuseum.blogspot.it/ per la Street Art Quadraro, o, per altri quartieri (ad es. Torpignattara, Pigneto), l’associazione APS Tuscola (www.tuscola.it)
La Street Art come forma espressiva, prima della generale accettazione da parte del gran pubblico e delle autorità, fu combattuta (anche a suon di denunce e arresti) e/o sottovalutata.
A Roma, nel 2001, l’amministrazione comunale fece cancellare il murale che Keith Haring aveva dipinto negli anni ’90 sulla barriera trasparente antirumore della Metro A tra le fermate Flaminio e Lepanto in quanto ostruivano la vista del fiume Tevere (!).
Sulla scena europea giganteggia il writer Banksy, originario di Bristol (o, perlomeno in questa città comparvero le sue prime opere), personaggio misterioso che ha decorato molte zone di Londra.
Lo scorso anno c’è stata a Roma una mostra di grande successo delle opere di questo artista.
In Italia la Street Art si è sviluppata principalmente a Milano, Bologna e Roma.
A Roma un gruppo di artisti anche di fama internazionale si è cimentata alla decorazione dei muri del quartiere popolare del Quadraro, a sud est della città, sotto la spinta di David Diavù Vecchiato che ha fondato nel 2010 anche un Museo all’aria aperta: Il Museo di Urban Art di Roma (MURo).
Dopo il Quadraro, anche altri quartieri semiperiferici di Roma sono stati interessati da questo fenomeno di riqualificazione, come: Torpignattara, Ostiense, Tor Marancia, la zona del Pigneto, Magliana ed il Trullo e con un App gratuita chiamata Streetart Roma, potremo localizzare sulla mappa le opere che ci interessano e oltre a vederne le fotine (ingrandibili) , potremo leggere notizie dettagliate dell’opera e del suo autore.
Comunque la situazione a Roma è in rapida evoluzione e attualmente si stanno decorando i sottopassaggi e le rampe di accesso al G.R.A. (Grande Raccordo Anulare) con l’incoraggiamento fattivo dell’ANAS e l’approvazione del Ministero dei Beni Culturali nell’ambito del progetto GRAArt e ogni giorno salutiamo qualche nuova opera.
Street Art Quadraro
Il Quadraro è un quartiere popolare a sud est della Capitale, che si estende dopo Porta Furba verso Cinecittà, ai lati della Via Tuscolana, delimitato dal quartiere Torpignattara e, a sud dal Parco Torre del Fiscale e il Parco degli Acquedotti.
Prima della costruzione dei teatri di posa negli anni ’30 del secolo scorso, tutto quel vasto quartiere (allora in gran parte ancora campagna) successivamente chiamato Cinecittà, costituiva il Quadraro.
E’ un quartiere che ancora in gran parte presenta le caratteristiche dell’immediato dopoguerra, con le sue casette basse, in qualche caso con i propri giardinetti, inframmezzate con piccoli villini ed edifici più moderni. Ci sono anche molte botteghe artigiane e piccoli negozi.
Le opere della Street Art Quadraro, sono state realizzate a spese proprie dagli artisti che invece, in caso di opere più complesse e di grandi dimensioni, solitamente ricorrono a finanziamenti con il crowdfunding o anche sponsorizzazioni.
Volendo visitare ed ammirare le opere della Street Art Quadraro, consiglio di scendere con la Metro A alla Stazione Porta Furba Quadraro.
Si percorre la Via Decio Mure fino ad arrivare al sottopassaggio pedonale di attraversamento della Via Tuscolana e troviamo subito un murale che incornicia l’imbocco del Tunnel del Quadraro.
Si tratta del RisucchiAttore di Mr. Thoms (Diego della Posta),un mostro grottesco con un naso rosso che inghiotte i passanti e i vari oggetti dipinti sui muri intorno. Attraversato il tunnel, sull’altra faccia del Tunnel, c’è un’opera di Gio Pistone,Il guardiano del tunnel, che rappresenta delle creature fantastichi e una scritta sull’arcata: “Ai pensieri liberi dalla paure, agli amori volanti nel passaggio tra due tempi.
Proseguiamo per via dei Corneli e, dopo pochi metri troviamo Il Volo della Fenice di Alessandro Sardella, una pittura astratta sulla parete di una Carrozzeria, con simboli (quasi ideogrammi fantastici) dipinti su grandi fasce colorate.
Continuando lungo la strada fino all’incrocio con via dei Pisoni
e subito svoltando a sinistra, troviamo un murale su un muro di un bistrot, Street Art di Jim Avignon. E’ un remake ironico di un dipinto che ammicca a Modigliani.
Lungo via dei Pisoni, possiamo ammirare l’opera senza titolo di Beau Stanton, un albero che nasce da un teschio alla base con dei motivi delicati quasi dei merletti.
Pochi metri dopo, un’opera dell’americano Ron English, senza titolo, con un Hulk bambino, simbolo del potere immaturo e un Mickey Mouse con la maschera antigas per difendersi dal mondo inquinato.
Percorriamo via dei Quintili verso via degli Angeli e troviamo di seguito altre tre opere: Esodati di Maupal, (quello del dipinto a Borgo Pio con Papa Francesco in cima ad una scala che gioca a tic tac toe sul muro di un negozio, con la guardia svizzera che gli fa da “palo”, apparso su tutta la stampa) un ironico riferimento ai lavoratori rimasti senza lavoro e senza pensione, con la lupa capitolina che non ha niente più da offrire ai propri figli che, trolley in mano si dirigono verso altri lidi europei segnalati sulle tabelle stradali.
Subito dopo, un’opera surreale di Veks Van Hillik, senza titolo, due rane che sputano dalla bocca e dal ventre delle palle iridescenti.
Infine, poco più avanti ,all’incrocio con una piccola via a sinistra, un bellissimo ritratto femminile di una geisha, Okurimono dell’artista irlandese Fin DAC.
Il concetto resta estraneo… di Pepsy
Percorriamo ancora la via dei Quintili e alla nostra sinistra possiamo ammirare un opera dove la stessa scrittura genera le immagini, con un messaggio che esce dalla “bomboletta” spray: “Il concetto resta estraneo per te se non hai il codice” dell’artista romano Pepsy.
Torniamo indietro ripercorrendo Via dei Quintili e ritorniamo a Via dei Lentuli dove troviamo un ” senza titolo” di Dilka Bear e Paolo Petrangeli rappresentante una bambina dallo sguardo spento con uno sciame di viti e bulloni che entrano da un orecchio per trasformarsi in un flusso multicolore di animaletti meccanici.
Vicino c’è un altro “senza titolo” di Zelda Bomba, un volto di due donne surreali dai tratti duri e labbra carnose su sfondo rosso.
Poco più avanti lungo la via c’è un murale chiamato Art Pollinates Quadraro
di Diavù, l’ideatore del MURo., una lunga teoria di personaggi da fumetto multicolori che esprimono il concetto “L’arte feconda il Quadraro”.
Sul lungo muro, anche un murale dell’artista messicano Malo Farfan intitolato Duality, raffigurante due personaggi fantastici che simboleggiano la vita e la morte.
Segue una lunga teoria di Mickey Mouse con la testa di notissimi personaggi dei cartoons con in mano una lettera a comporre il messaggio: molti amici molto amore.
In largo dei Quintili ammiriamo l’opera Buckingham Warrior (for Q44) di Gary Baseman, un dipinto surrealistico a ricordo del rastrellamento fatto dai nazisti in questo quartiere nel 1944, e rappresenta la fuga dai nazisti attraverso i boschi della Polonia (i suoi genitori erano ebrei polacchi fuggiti dal nazismo).
Giriamo a sinistra in via Monte del Grano, che costeggia il Parco 17 Aprile 1944, all’interno del quale c’è il c.d. Mausoleo di Alessandro Severo (visitabile solo su prenotazione), e, lungo il muro troviamo un lungo murale chiamato Nido di Vespe di Lucamaleonte (autore di un grande murale del giocatore della Roma Francesco Totti nel quartiere Appio Latino). Il murale di via Monte del Grano, rappresenta un omaggio agli abitanti del quartiere Quadraro, fieri oppositori del nazismo e definito all’epoca “Nido di Vespe” da Kappler (responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine).
Proseguendo lungo la strada arriviamo a Piazza dei Tribuni dove sul muro che costeggia il Parco, al capolinea dei bus, notiamo un lungo murale: “senza titolo” di Nicola Alessandrini (insieme a Diavù e Lisa Gelli) che rappresenta un surreale serpentone fucsia in procinto di divorare la sua preda (purtroppo l’intonaco su cui era dipinta la preda, si è distaccato dal muro).
Per completezza possiamo riattraversare la Via Tuscolana e recarci a Largo Spartaco dove alle spalle della Asl, possiamo ammirare altri tre piccoli murales.
Il primo è Dottor Solo Strange di Solo, dove il personaggio dei fumetti Marvel, Solo, appare come incantatore di serpenti. Peccato che sia stato pesantemente vandalizzato da qualche graffitaro in crisi di spazio.
Vicino c’è Latet anguis in herba di Diamond, un murale in bianco e nero con un serpente attorcigliato intorno ad una pianta di rose. Il tutto assomiglia ad un’etichetta ex-libris stile Art Noveau.
Sul muro adiacente troviamo L’urlo del Che di Diavù, rappresenta un’icona del comunismo reinterpretata da Diavù aggiungendo una lacrima blu e il simbolo della Nike sul basco.
Nella stessa zona ci sono anche altre numerose opere da vedere anche se purtroppo spesso vengono deturpate da gente che non riesce a capire e spesso osteggia il generoso tentativo di alcuni di riqualificare a proprie spese il proprio quartiere.
Altro problema è rappresentato dal parcheggio delle automobili che in alcuni casi ostacola la visione dell’intera opera.
Questa visita a piedi alla conoscenza della Street Art Quadraro dura circa un’ora/un’ora e mezza.
Lello
Info: muromuseum.blogspot.it