Il Culto del Dio Mitra

 

Mitra

 

 

Le origini del Culto

.Il Mitraismo o culto del Dio Mitra fu una religione antica di origine indo-iranica probabilmente derivata dalla religione fondata da Zoroastro nella prima metà del I° millennio a.C. in Persia e importata successivamente in Asia minore e poi nel mondo greco-romano.

Per convivere con i riti romani. il Culto di Mitra dovette spogliarsi dei caratteri barbarici originari per operare un sincretismo con le religioni praticate a Roma.

Il Mitraismo che si diffuse nell’Impero Romano in molti casi un carattere privato e i Mitrei, con qualche eccezione come ad esempio il Mitreo delle Terme di Caracalla, il Mitreo della Crypta Balbi, il Mitreo delle Terme del Mitra ad Ostia, situati in edifici pubblici, li troviamo solitamente nei sotterranei delle domus, o nei retrobottega di qualche horrea (Ostia) .

Il Mitraismo del mondo greco romano fu una reinterpretazione della religione iranica e induista.

I nomi delle divinità orientali si trasformarono nei corrispondenti nomi greco latini, così l’Ahura Mazda diventò Zeus/Giove mentre il dio del Male Ahriman fu identificato con Plutone, e così via per tutte le altre divinità.

Il Mitraismo si cominciò a diffondere nel mondo ellenico e successivamente in quello romano durante il primo secolo a.C., al seguito dei pirati della Cilicia Trachea (odierna Turchia meridionale) sottomessi da Gneo Pompeo Magno nel 67 a.C. nelle cosiddette guerre piratiche, per poi raggiungere la massima diffusione a Roma durante il III° Sec. d.C..

Pompeo Magno

A differenza dello Zoroastrismo, il Mitraismo ebbe un carattere misterico con l’obbligo assoluto per gli adepti, solo maschi, a tenere il segreto sulla natura dei riti di iniziazione che si svolgevano nei Mitrei.

Il Mitra

Il nome MitraMithra o Meithras , appare anche in altre religioni come l’Induismo o anche lo Zoroastrismo, anche se i caratteri del Mitraismo praticato nel mondo ellenico e a Roma sono alquanto differenti dal culto orientale.

In età arcaica il Mitra veniva sempre associato a Varuna come una divinità duale (Mitravaruna), signori della verità e della luce.

Il Mitra nella religione Persiana era il mediatore, il garante dei patti, associato alla casta sacerdotale.

Il Mitra persiano era un Dio tra altri Dei mentre quello romano, è il Dio supremo che, insieme al Sole (con cui si identifica), è attorniato dai pianeti, anch’essi divinità.

Il rituale dei sette gradi dell’iniziazione al Mitraismo romano, non trova riscontro nella religione persiana, mentre l’uccisione del toro (tauroctonia) è invece una pratica in comune con la tradizione persiana: il suo sangue fertilizza la terra mentre le forze del male (lo scorpione che morde i testicoli ed il serpente che ne lecca il sangue) cercano di impedire che il sangue raggiunga la terra per perpetuare il miracolo della vita. La coda del toro solitamente termina in una spiga di grano.

L’uccisione del toro era una pratica comune con il culto di provenienza orientale di Cibele e Attis, e questo sacrificio veniva effettuato, a Roma,  una volta all’anno in Primavera e il sangue del toro serviva a rigenerare la potenza generatrice persa con l’evirazione degli adepti.

Il Mitraismo predicava le doti della fratellanza, dell’onestà, del rispetto dei patti e aiutava i credenti a raggiungere la salvezza dell’anima seguendo un percorso di iniziazione che portava il fedele ad ambire al grado più alto, quello di Pater.

Ostia Antica. Mitreo di Felicissimo (foto P.Petrocelli)

Mitreo di Felicissimo (foto P.Petrocelli)

I gradi dell’iniziazione, come ben si vede anche nei mosaici del Mitreo di Felicissimus ad Ostia Antica, erano sette, ognuno di essi protetto da un corpo celeste: Corax (il corvo) protetto da Mercurio, Nymphus (lo sposo) protetto da Venere, Miles (il soldato) protetto da Marte, Leo (il Leone) protetto da Giove, Perses (il Persiano) protetto dalla Luna, Heliodromus (il corriere del Sole) protetto dal Sole, Pater (il Padre) protetto da Saturno.

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Il Mitra al momento della nascita è già adulto ed è sempre accompagnato da due dadofori (portatori di fiaccole) Cautes e Cautopates, uno con la torcia rivolta in su, a simboleggiare l’alba, l’altro con la torcia rivolta in basso a simboleggiare il tramonto, o, l’equinozio d’autunno e l’equinozio

Cautes del Mitreo di S. Prisca

Cautes del Mitreo di S.Prisca

di primavera durante il moto apparente del Sole.

I dadofori sono quasi sempre raffigurati con i calzoni ed il berretto frigio e, di solito, sono posti in due nicchie contrapposte, all’ingresso del Mitreo, o, in qualche caso, ai lati del Dio stesso.

Non in tutti i casi osservati, questi due personaggi (i dadofori) , a dispetto del nome, portano le fiaccole.

Nell’iconografia mitraica troviamo spesso un altro personaggio di origine orientale che non trova corrispondenze nel mondo romano: è una figura mostruosa con le ali, la testa leonina, avvolta nelle spire di un serpente, a simboleggiare il Tempo. In alcuni casi ha in mano delle chiavi con cui apre e chiude le porte dell’alba al sorgere del sole e quella del tramonto, al calo del sole.

Kronos

Uomo imprigionato dalle spire del tempo (dal Santuario Siriaco)

Il Dio Mitra è invece sempre raffigurato con una corta tunichetta e un mantello svolazzante nell’atto di sacrificare il toro tenendolo di solito per le frogie del naso con la mano sinistra e nella destra un coltello, e con lo sguardo riluttante rivolto all’indietro verso il Sole. Nel caso del Mitreo di S.Prisca, il Mitra è raffigurato nudo. In questo caso probabilmente si trattava di una statua di Ercole di reimpiego.

I Mitrei

II culto del Mitra veniva praticato in Mitrei costruiti in locali sotterranei, cantine, retrobottega riadattati e mai in superficie, che inoltre erano privi di aperture che facessero penetrare la luce diretta dall’esterno così da poter imitare l’oscurità della grotta in cui era stato generato il Dio.

Casino De Rossi: lucerna

Lucerna

Il Mitreo aveva una forma rettangolare e la volta a botte decorata da stelle . L’ingresso al luogo di culto era solitamente posto su un lato, in maniera da nascondere agli estranei la vista diretta dell’interno e le cerimonie che in esso si svolgevano.

L’ingresso al tempio poteva anche avvenire tramite uno  o più locali che fungevano da “sacrestia” (apparatorium), dove c’era una scuola per catecumeni e/o dove il Pater riponeva i paramenti sacri e gli strumenti necessari a compiere i sacrifici rituali.

Sui due lati lunghi del rettangolo del tempio ci sono

Mitraismo: Mitreo della casa di Diana a Ostia Antica

Mitreo della casa di Diana a Ostia Antica

solitamente due banchine in muratura (podia o praesepia) dove si sedevano gli adepti per assistere alla cerimonia e consumare il cibo rituale (agape); al  centro dei podia ci sono due aperture contrapposte: una per contenere una lucerna per rischiarare l’ambiente, l’altra per contenere un’ olla con il cibo (spesso sono stati ritrovati ossa di pollo, denti e ossa di maiale). In alcuni casi, la cavità per la lucerna è posta alla base dell’altare (Mitreo del Caseggiato di Diana ad Ostia) oppure le lucerne dei fedeli venivano appese  o poste su mensole sulle pareti.

Olla con l'acqua lustrale

Olla con l’acqua lustrale

Al centro del Mitreo (almeno in quelli più grandi, come ad esempio nel Mitreo delle Terme di Caracalla), c’era la cosiddetta fossa sanguinis , un recinto di grandi dimensioni, dove veniva condotto il toro da sacrificare.

Il toro, stordito da droghe e con le corna inghirlandate, veniva posizionato in corrispondenza di un’apertura sul pavimento, coperta da una  grata, che dava in un sotterraneo dove si collocava il fedele che veniva irrorato dal sangue del toro offerto in sacrificio dal Pater del Mitreo.

Fossa sanguinis del Mitreo delle Terme di Caracalla

In fondo alla stanza rettangolare del Mitreo era posto un altare e, alle spalle di esso, la raffigurazione della tauroctonia, ovvero il sacrificio rituale del toro cosmico, inserita in una cavità a forma di grotta grezza con la volta decorata con le stelle e i pianeti a cui, alle volte, si accedeva tramite sette scalini marmorei (Mitreo del Palazzo Imperiale ad Ostia).

La tauroctonia del Mitreo delle Terme del Mitra ad Ostia

La scena della tauroctonia , a parte pochi casi, come, ad esempio, nel Mitreo Barberini, il Mitreo di Marino, e il Mitreo di Santa Maria Capua Vetere, dove essa è affrescata direttamente sulla parete di fondo dietro l’altare, di solito è rappresentata con un gruppo marmoreo, come nel Mitreo delle Terme del Mitra a Ostia, oppure a stucco (Mitreo di S.Prisca), o un rilievo come nel Mitreo del Circo Massimo o addirittura su tessuto (Mitreo Aldobrandini).

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Qualche Mitreo, come quello di S.Prisca sull’Aventino o quello del Casino De Rossi alla Lungara, ha le pareti affrescate.

Rilievo della tauroctonia con il sole, la luna e i due dadofori

Le sculture mitraiche solitamente, e con pochissime eccezioni, sono tutte di bassa qualità artistica e la cosa si spiega per il fatto che i luoghi di culto rimanevano sempre nel buio più assoluto, appena rischiarato dalle lucerne dei fedeli, per cui la qualità delle sculture non sarebbero in ogni caso state apprezzate.

Un altro motivo era che, trattandosi di un culto di tipo misterico e quindi senza la possibilità di ottenere finanziamenti ufficiali e rivolto ad una circoscritta platea di fedeli di censo relativamente modesto, non c’era la possibilità economica di rivolgersi ad artisti famosi per commissionare le sculture necessarie ad adornare il Mitreo.

Il rituale

Mitraismo a Roma: Mitreo del Circo Massimo: la tauroctonia

Mitreo del Circo Massimo: la tauroctonia

Essendo il Mitraismo una religione di tipo misterico, come si è detto, non ci sono testi scritti tramandati ai posteri ma solamente qualche notizia da parte di scrittori cristiani dell’epoca, come nelle lettere di San Gerolamo, che fa l’elenco dei sette gradi dell’iniziazione, o accenni da Giustino ( I° Apologia, 66, 3-4 ), o Tertulliano, figlio di un centurione romano, che addirittura era stato iniziato al culto in un Mitreo di Cartagine, Origene (Contro Celsio) od anche da scrittori pagani come Celso (Discorso vero) e Porfirio, un discepolo di Plotino, originario di Tiro che introduce il concetto dei dèmoni, buoni e cattivi che stanno tra il Dio e gli umani, nella sua opera: L’Astinenza.

Giustino ad esempio ci spiega come nei riti di iniziazione si introducessero un pane e una coppa d’acqua mentre si pronunciavano alcune formule.

Cenni sul rito di iniziazione del singolo adepto li troviamo sul cosiddetto Papiro magico di Parigi, documento scritto in greco che risale al IV° secolo d.C. e conservato alla Biblioteca Nazionale di Parigi.

Nei Mitrei era sempre presente una fonte di acqua lustrale (alle volte veniva mischiata al vino durante la consumazione del cibo rituale) che aveva un essenziale ruolo purificatore e ricordava il miracolo del Dio Mitra che, con una freccia la fece sgorgare dalla roccia, dopo un terribile periodo di siccità.

Il grande numero di Mitrei rinvenuti ad Ostia, Roma e in tutte le aree periferiche dell’Impero, hanno fornito moltissimi particolari che aiutano a comprendere le caratteristiche di questo culto che ad un certo punto entrò in diretta concorrenza con la religione cristiana con cui aveva molti punti di contatto.

Cratere con fatiche di Ercole

Sono stati rinvenuti in molti Mitrei, anche dei crateri di ceramica invetriata con scene che si riferiscono a personaggi della mitologia greco-romana come Ercole.

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Il Mitreo del Circo Massimo , ad esempio, si trova in un’area di luoghi di culto dedicati ad Ercole (come l’Ara Massima ed il Tempio di Ercole Olivario) che, secondo la leggenda, in quella zona aveva sconfitto il brigante Caco che gli aveva sottratto una parte della sua mandria di vacche rosse mentre riposava dalla decima fatica.

Nel corso del III secolo, il Mitraismo venne di fatto assimilato al culto del Dio Sole del quale esisteva a Roma un importante tempio sulle pendici del Quirinale (edificato dall’Imperatore Aureliano nel 274), e nella zona dell’odierna Piazza San Silvestro.

Fu proprio durante l’impero di Aureliano (270-275), la cui madre era una sacerdotessa del Sol Invictus (assimilato al Dio Mitra, come già detto), che venne deciso di festeggiare la divinità il giorno 25 dicembre quando si celebrava la fine del solstizio d’inverno

Infatti, secondo la leggenda, il Dio Mitra nasce da una vergine in una grotta (o dalla grotta stessa) il 25 dicembre (solstizio d’inverno).

Il sacerdote del Mitreo si chiamava Pater, mentre il sacerdote massimo si chiamava Pater Patrum (PaPa).

Costantino I

Costantino I

Questa “concorrenza” spiega anche il motivo della violenta distruzione di ogni manifestazione esteriore del Mitraismo (Mitrei, statue, epigrafi fatti a pezzi o incendiati, o gettati nelle fogne) da parte dei Cristiani, passati dopo l’editto di Costantino, da perseguitati a persecutori e spiega anche l’usanza di costruire, in alcuni casi, delle Chiese sopra i Mitrei distrutti, in modo da distruggerne anche la memoria.

Soli invicto comiti

Soli invicto comiti

Il Mitraismo a Roma, all’inizio coinvolse i soldati, i lavoratori portuali, i commercianti, i liberti, ma non le donne, e questo spiega anche la maggiore diffusione relativa dei Mitrei ad Ostia, città portuale, rispetto a Roma. Il Mitraismo pian piano si estese anche alle classi elevate e coinvolse anche gli Imperatori come Aureliano, Marco Aurelio, Caracalla, ed Eliogabalo, egli stesso sacerdote del Sol Invictus, fino agli Imperatori Costantino  e Licinio.

L’Imperatore Costantino è passato alla storia come Imperatore cristiano quando invece sembra si convertisse al Cristianesimo solo in punto di morte, mentre non aveva mai smesso di seguire nella vita la religione del Sol Invictus come dimostrano anche le numerose monete costantiniane coniate a partire dal 313 e fino al 320 nelle varie zecche dell’Impero, con un tributo al Soli Invicto comiti .

Imperatore Licinio

Presso i Musei Capitolini è inoltre conservato un ritratto di Traiano con il copricapo orientale per celebrare la vittoria sui Parti (Persiani).

I Mitrei comunque si rivolgevano a comunità di fedeli molto ristrette. Un Mitreo poteva infatti contenere al massimo una ventina di persone alla volta, fatta eccezione per qualche Mitreo di grande superficie, come ad esempio, il Mitreo delle Terme di Caracalla, che si rivolgeva ad un pubblico più numeroso di frequentatori delle Terme o quello della Crypta Balbi.

Una volta raggiunta la capienza massima di fedeli in un Mitreo, era necessario “aprire” un altro Mitreo, magari nelle vicinanze.

Così vediamo ad Ostia che il Mitreo del Palazzo Imperiale, ha lo stesso Pater del Mitreo delle Pareti Dipinte: C.Caelius Haermeros (o Ermeros).

Il Mitraismo raggiunse nell’Impero Romano la massima diffusione nel   III° secolo, per poi estinguersi rapidamente dopo gli editti di Teodosio (380-381), anche se ci sono tracce in qualche caso,in cui il culto si prolungò, in gran segreto, fino agli inizi del V° sec., come ad esempio nel caso del Mitreo dei Marmi Colorati ad Ostia.

Lello

Approfondimenti:

Per il Mitreo Barberini: www.soprintendenzaspecialeroma.it/schede/mitreo-barberini_2980/

Bibliografia:

Carlo Pavia – Guida dei Mitrei di Roma Antica – Gangemi Ed. 1999

Carlo Pavolini – Ostia – Editori Laterza – 2006

G.Calza – Ostia – IPS

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