Tempio di Bellona
Situato ad est del basamento del Tempio di Apollo Sosiano, nella zona meridionale del Campo Marzio, a pochi metri dal Teatro di Marcello, si trova il basamento del Santuario della Dea Bellona costruito da Appio Claudio Cieco a partire dal 296 a.C., dopo una vittoria sugli Etruschi.
Appio Claudio Cieco nobile appartenente alla Gens Claudia, cieco in quanto accecato dagli dei per aver ceduto allo Stato Romano il diritto di officiare al culto di Ercole al posto della Gens Potitia a cui tradizionalmente era demandato questo ruolo.
Egli fu anche il costruttore del primo acquedotto romano, quello dell’Acqua Claudia i cui archi sono ancora visibili al Parco degli Acquedotti.
La Dea Bellona od anche Duellona, al di là del nome apparentemente leggiadro, era una antica divinità guerriera italica, in seguito venerata e conosciuta con altri nomi in Asia minore, e, in età Imperiale, accomunata alla dea Cibele e, come questa, celebrata con riti orgiastici da parte di categorie di basso ceto come schiavi e liberti.
Un Tempio di Bellona esisteva anche ad Ostia Antica nei pressi della Porta Laurentina, in un’area un po’ periferica dedicata ai riti orientali.
Bellona era la dea della guerra (bellum=guerra), e questo suo Santuario si trovava molto vicino alle Mura Serviane ma al di fuori del sacro recinto del Pomerio.
Nel Tempio di Bellona si svolgevano riunione dei Senatori in occasione di specifiche situazioni come ad esempio dichiarazioni di guerra, incontro con gli ambasciatori di popoli nemici, ai quali era proibito l’ingresso nel Pomerio, salutare Governatori e Proconsoli in missione nelle provincie a loro assegnate o celebrarne il ritorno da quelle missioni.
In seguito tutte queste prerogative vennero svolte nel Foro di Augusto presso il Tempio di Marte Ultore.
Fuori dal Tempio di Bellona veniva eretta una colonna bellica contro cui i Feciali ( o Feziali) scagliavano un’asta prima della dichiarazione di guerra.
La colonna bellica era posta in un campo detto hostilis che simboleggiava il territorio nemico e si trovava nelle immediate vicinanze del Tempio di Bellona ed era di proprietà (simbolica) di un prigioniero nemico costretto ad acquistarlo.
I Feciales costituivano un collegio sacerdotale dell’antica Roma, costituito da venti membri nominati fra i patrizi ed in seguito anche fra i plebei, che avevano la potestà di dichiarare la guerra o di stringere alleanze con gli altri popoli.
Il Tempio
Sul podio affiancato al Tempio di Apollo Sosiano, si ergeva il Tempio di Bellona, una costruzione rettangolare con una cella di 11 x 17 m., caratterizzata da sei colonne nella parte frontale e undici colonne laterali, a cui si accedeva tramite una gradinata frontale.
Una ricostruzione del frontale del gemello Tempio di Apollo Sosiano con parte dei reperti recuperati, si può ammirare nel Museo Centrale Montemartini a Roma.
Il podio del Tempio di Bellona era costituito da un riempimento in cementizio e una struttura della cella a blocchi con rivestimento in marmo nella parte frontale e in travertino gli altri tre lati.
Dai grandi scavi degli anni trenta del secolo scorso per liberare il Teatro di Marcello dalle numerose sovrastrutture addossate in tempi medioevali, furono recuperati molti reperti marmorei appartenenti al Tempio di Bellona e accatastati in magazzini interni al Teatro di Marcello, in attesa di analisi e catalogazione.
All’epoca di questi scavi non era stato possibile attribuire un nome a questi resti e così rimase fino agli anni sessanta del secolo scorso quando lo studioso Guglielmo Gatti attribuì la corretta interpretazione del Campo Marzio nella Forma Urbis Severiana, consentendo all’Archeologo Filippo Coarelli di individuare nei resti anonimi, quelli del Tempio di Bellona.
Il Tempio subì un ampio rifacimento ai tempi di Augusto, nei primi anni del I secolo d.C. con dedica da parte di Publius Claudius Pulcher, esponente della Gens Claudia, fratello di Claudia moglie di Ottaviano.
La parte nordorientale del podio del Tempio fu compromessa dalla ricostruzione della Chiesa di S.Rita da Cascia in Campitelli (ora sconsacrata), che era stata “smontata” dalla sua collocazione originaria ai piedi del Campidoglio in Via della Pedacchia, sopra la precedente Chiesa di S.Biagio de Mercatello, per fare spazio alla nuova Via del Mare, ora via del Teatro di Marcello.
I resti di S.Biagio di Mercatello, rivelatisi dalla demolizione di S.Rita, sono ben visibili al lato dell’ Insula dell’Aracoeli.
Il Tempio di Bellona riportato, come detto, nei frammenti della Forma Urbis Severiana conservati fino a noi, mostra la forma rettangolare del Tempio, un “periptero” (con colonne su tutti i lati).
I resti di questo Santuario fortunatamente sfuggiti alla distruzione vista la “calcara” medioevale individuata nei pressi, con l’analisi stilistica dei reperti finora trovati, portano a datare il complesso restaurato all’epoca di Augusto, ai primi decenni del 1° secolo d.C.
Lello
Per approfondire:
http://www.sovraintendenzaroma.it/i_luoghi/roma_antica/monumenti/templi_di_apollo_sosiano_e_bellona
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Bibliografia:
F.Coarelli – Guide Archeologiche : Roma – Mondadori 2000
M.De Nuccio – Il Tempio di Bellona – Forma Urbis 1997