Il Ninfeo di Via degli Annibaldi

Ninfeo degli Annibaldi

Ninfeo degli Annibaldi

Ninfeo di via degli Annibaldi

All’inizio di Via degli Annibaldi, in vista del Colosseo, sul muraglione di destra si apre una piccola porticina di metallo che permette di accedere ad un semisconosciuto Ninfeo di età tardo repubblicana.

Questo Ninfeo venne alla luce durante gli scavi fatti nel 1894 per aprire, dalle pendici del Colle Oppio, l’altura meridionale del Colle Esquilino, una strada che portasse alla Via Cavour, la strada costruita in quegli anni, per collegare la Piazza dei Cinquecento con i Fori Imperiali, nell’ambito del progetto di risistemazione viaria della nuova Capitale d’Italia, con i nuovi Ministeri e i nuovi insediamenti abitativi come Piazza Vittorio.

Il Ninfeo degli Annibaldi a Roma: Via del Fagutale e Torre degli Annibaldi

Via del Fagutale e Torre degli Annibaldi

Il grande dislivello delle quote costrinse l’Amministrazione Capitolina ad erigere dei muraglioni molto alti di contenimento e protezione delle strade sovrastanti.

Sulla parte destra per chi viene dal Colosseo, la sovrastante Via del Fagutale con la Torre degli Annibaldi e la Piazza San Francesco di Paola con la Chiesa omonima.

Il Ninfeo degli Annibaldi a Roma: Chiesa di S.Francesco di Paola

Chiesa di S.Francesco di Paola

 

La famiglia degli Annibaldi, era una famiglia baronale romana, imparentata con il Papa Innocenzo III, e , durante il medioevo, era  proprietaria di tutta quest’area compreso il Colosseo.

Il Ninfeo di Via degli Annibaldi , apparteneva probabilmente ad una lussuosa Domus privata come tante altre costruite sulle pendici dell’Esquilino con vista sulla valle.

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In seguito all”edificazione della Domus Aurea, costruita da Nerone dopo il devastante incendio del 64 d.C., venne costruito un muro in cementizio  che tagliò pesantemente la superficie del Ninfeo stesso, già probabilmente non più in uso, per edificare sopra un nuovo edificio.

Sul muro cementizio si vedono molto bene le tracce delle tavole di legno servite ad erigerlo con la tecnica a sacco.

Ninfeo di Via degli Annibaldi: Muro in cemento con una parte rivestita in cortina

Il muro in cemento con una parte rivestita in cortina

In seguito, in epoca successiva, il Ninfeo venne nuovamente riscavato e venne aggiunta sul muro in cemento, una parte in cortina.

Dopo il grande incendio che devastò gran parte delle Regio di Roma, le nuove costruzioni andarono a coprire e conglobare i resti della case distrutte ed in seguito ricoperte di terra, con un generale innalzamento delle superfici di calpestio.

Questo è il motivo per cui ancora oggi scavando sotto le fondamenta di antiche costruzioni si ritrovano reperti ancora più antichi.

Ninfeo di Via degli Annibaldi: Conchiglie sul marcapiano

Le conchiglie sul marcapiano

Il Ninfeo degli Annibaldi che in parte era già in parte ipogeo all’epoca della sua costruzione, si trovava in prossimità della superficie dove, in seguito, nell’80 d.C. vennero costruite le Terme di Tito, con una vasta palestra terrazzata con vista sul sottostante Colosseo.

Ninfeo di Via degli Annibaldi: Colosseo

Colosseo visto dall’ingresso del Ninfeo

La Domus con il suo Ninfeo infatti si affacciava sulla vallata tra l’Esquilino ed il Celio dove ancora non era stato costruito l’Anfiteatro Flavio (Colosseo) e neanche la Domus Aurea di Nerone.

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Il Ninfeo di Via degli Annibaldi segue lo schema del vicino Auditorium di Mecenate, di cui era probabilmente coevo, con un’aula rettangolare che termina con una parete absidata con nove grandi nicchie, di cui restano visibili, purtroppo solo quattro e parte della nicchia centrale che era più ampia.

Ninfeo di Via degli Annibaldi: Nicchie sull'abside

Nicchie sull’abside

Il resto del Ninfeo, che aveva un tetto a volta,  è ormai sepolto ad una profondità di sei metri sotto la strada, oltre il muro di contenimento.

Ninfeo degli Annibaldi: Nicchia

Nicchia

Dalla porticina d’ingresso, si scende tramite una piccola scala elicoidale in ferro (moderna) e ci si ritrova in quella che era probabilmente la vasca della fontana con, ben visibili in alto i fori di ingresso ed in basso quelli di deflusso dell’acqua che scendeva dalle pareti.

Foro per il passaggio dell’acqua

A differenza dell’Auditorium di Mecenate che aveva le nicchie affrescate a mo’ di affaccio su un immaginario lussureggiante giardino, qui l’ambiente è decorato in maniera rustica con piccole conchiglie marine poste con la madreperla all’esterno, pietra pomice e piccole scaglie di marmo a decorare le pareti con motivi architettonici, con delle lesene ed una fascia marcapiano decorata a suddividere l’ambiente superiore da quello inferiore con le nicchie.

Il Nifeo di Via degli Annibaldi: Ingresso

Ingresso al Ninfeo (in alto)

Le nicchie dovevano contenere delle statue, come dai resti ritrovati all’atto dello scavo.

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Nelle decorazioni erano inseriti anche dei vetri di vario colore (ritrovati in terra durante gli scavi) che gettavano dei dei riflessi ad illuminare gradevolmente l’ambiente.

Ninfeo di Via degli Annibaldi: Decorazione della parte superiore

Decorazioni della parte superiore

I muri sono in opera reticolata ricoperti da pietra pomice e le piccole conchiglie madreperlacee. La vasca in cui ci troviamo, dopo la discesa dalla scaletta in ferro, era profonda circa m.1,45 ed era rivestita totalmente in marmo.

Una tecnica decorativa simile la ritroviamo anche all’interno del Colombario di Pomponio Hylas vicino a Porta Latina.

Il Ninfeo di Via degli Annibaldi è, a mio modestissimo avviso, uno dei numerosi e trascurati gioielli ritrovati durante gli scavi di Roma durante gli sventramenti per la costruzione della nuova Capitale e, più recentemente per per la costruzione della Metro C: altra grandissima e irripetibile occasione per scavare in profondità certi di fare grossi passi in avanti per la conoscenza della nostra Civiltà.

Lello

Per approfondire:

http://www.sovraintendenzaroma.it/i_luoghi/roma_antica/monumenti/ninfeo_degli_annibaldi

Bibliografia:

F.Coarelli: Guida Archeologia di Roma – Mondadori 2000

Info:

Ho fatto questa interessantissima visita con Tuscola (www.tuscola.it) che è a mio avviso una delle migliori tra le varie Associazioni culturali che operano a Roma per l’organizzazione di visite guidate ai siti archeologici (e non) solitamente chiusi al pubblico e/o dove è richiesta la visita in gruppo. Il personale (archeologi) è molto preparato e competente. Ho avuto modo di visitare con loro anche la Porta Asinaria e il Mausoleo Monte del Grano e le Terme di Traiano.

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